Ottimismo, determinazione e resilienza: l’Agenda Doppio Tempo racconta la storia di Camilla

Camilla Menini prima presidente donna dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti Contabili di Treviso

Camilla Menini è un mix di dolcezza e rigore, di capacità di impegno e altruismo, di coraggio e organizzazione.

Oggi, a 59 anni, è moglie da 30 anni e madre felice di due ragazzi – Valentina di 24 anni e Antonio di 20 anni –, nonché prima presidente donna dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti Contabili di Treviso, che conta quasi 1600 iscritti, e da oltre 20 anni socia di uno studio commercialistico nella Marca con dieci soci, due Of Counsel e tredici collaboratori. Ha contribuito negli anni alla crescita e alla carriera delle risorse dello studio, perché essere “un punto di riferimento” fa parte della sua genetica. 

“Provengo da una famiglia tradizionale – papà enologo e direttore di cantina vinicola, mamma insegnante e fratello enologo, come tutti i maschi della famiglia da generazioni – costruita sui valori del rigore, del rispetto, della fiducia e della libertà. Sono sempre stata, anche in famiglia, un punto di riferimento per qualsiasi scelta e papà mi ha sempre abituata alle responsabilità. In sua memoria, nel 2012, sono stata la prima donna a entrare nella Confraternita Vini Asolo Montello”.

Alla professione di commercialista Camilla è arrivata grazie a impegno, forza di volontà ed esperienze. “Ho frequentato il liceo scientifico a Montebelluna – racconta – avevo la passione per la matematica. Potevo studiarla anche per 18 ore consecutive, mi piaceva molto.

Nello studio ho sempre sentito il bisogno di approfondire, di capire fino in fondo, mi piacevano le tesine e le ricerche, non facevo mai solo il minimo. Quando si è trattato di scegliere l’università, sono stata tentata dalla matematica pura, poi però è prevalsa l’identificazione nel modello all’epoca interpretato da Marisa Bellisario, manager e amministratore delegato d’azienda.

Ho capito che sarei voluta diventarlo anche io, sentivo che avrei potuto rendermi utile, e da lì è partita l’avventura per la facoltà di Economia e Commercio a Venezia. Ho seguito un piano di studi con vari esami di matematica e statistica.

Mi sono laureata col massimo dei voti e la lode ma non l’ho mai voluto dire a nessuno: è una soddisfazione profonda che ho sempre tenuto per me e per la mia famiglia. Ho fatto una tesi collegata al tema della vinificazione e così ho unito numeri, dati, economia e storia famigliare”.

Il percorso dopo gli studi

Dalla laurea il passo verso la professione di commercialista non è stato immediato. “All’inizio sono entrata, come molti di noi, in una società di revisione. Nella “mitica” Artur Andersen & Co. mi sono impegnata a capofitto e per anni non ho avuto orari. L’ambiente stesso della revisione vedeva di buon occhio il titolo di dottore commercialista e così mi sono decisa a fare l’esame.

Ho studiato molto per passarlo e, piano piano, si è aperta in me la dimensione della professione commercialistica, che oggi vivo con la massima convinzione e con rinnovate energie. Alcuni colleghi dicono che non lo consiglierebbero ai loro figli e che, se tornassero indietro, non lo rifarebbero perché è una strada lunga e molto faticosa.

Io rifarei tutto e nella professione e nello scambio quotidiano con i colleghi trovo la profondità, anche etica, del mio lavoro e dell’essere utile ai clienti e alla società. Non sono mai stata discriminata come donna e la mia esperienza nell’Ordine è stata entusiasmante e appassionante.

Per due mandati mi sono occupata della Commissione studio “Contabilità Finanza e Controllo”, poi sono stata nominata Consigliere Segretario, fino ad arrivare alla candidatura e all’elezione a Presidente attraverso una serie di passaggi che mi hanno consentito di stabilire ottime relazioni coi colleghi e di pianificare nuovi progetti.

Sono arrivata alla presidenza grazie a una squadra coesa e con la rappresentanza delle quote di genere. Al momento dell’elezione, in piena pandemia, avevo 750 persone collegate in assemblea. Penso e spero di aver trovato le parole giuste per sancire e comunicare i valori del mio mandato: competenze, aggregazioni, condivisioni per una crescita collettiva e per la valorizzazione della professione, oggi posta di fronte al cambiamento e alla complessità, e spazio ai giovani. Gestisco il mio ruolo di presidente con una ferrea organizzazione: un giorno dedicato in presenza all’Ordine, gestione delle mail, disponibilità piena e commissioni di studio ben strutturate. L’unico rammarico: oggi, in Italia, su 131 ordini, solo 20 sono presieduti da donne”.

Camilla è professionista a tutto tondo ma anche moglie e madre. “Ho conciliato la maternità e l’infanzia come tutte le donne che lavorano, grazie a un marito che ha sempre appoggiato il mio desiderio di realizzazione professionale senza invidia e alla mia struttura mentale organizzata, ovviamente con gli aiuti e le baby-sitter.

Ho allattato entrambi i bambini per 8 mesi e mezzo, ho imparato a togliermi il latte, a fare le scorte dei 20 grammi fino ad arrivare al pasto completo da congelare. Partivo per le consulenze nelle aziende, chiedevo una pausa di 20 minuti per togliermi il latte e lo mettevo nel frigo portatile o quello della società. Ho sempre trovato comprensione e sapevo che in quel biberon, somministrato dalla baby-sitter o dal papà, c’era tutto il mio amore e la mia determinazione a crescerli bene.

Poi quando tornavo ero tutta per loro, e sono anche riuscita a coltivare la passione per la cucina che mio marito e gli amici apprezzano. Certo, le nottate difficili ci sono state. Ho il rimpianto di non averli mai voluti tenere nel lettone, ma ho sempre dato il massimo alla mia famiglia e ai figli.

Oggi sono due ragazzi liberi, affettuosi, sereni, mi dicono che non gli è mai mancato nulla e non si dimenticano mai della festa della mamma. Valentina scrive biglietti bellissimi che ti ripagano di tutte le fatiche e che mi fanno capire di aver dato loro un esempio di impegno”.

(Foto: Agenda Doppio Tempo).
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