Da quel primo cancello automatico a tenuta stagna, Paolo Menuzzo ne ha fatta di strada. Era il 1972 quando fondò la CAME che in mezzo secolo è diventata una holding da oltre 2000 collaboratori con un fatturato di 260 milioni di euro nel 2021.
Il quartier generale rimane a Dosson di Casier, ma l’azienda conta una ventina di filiali in tutto il mondo con cui presidia il mercato delle soluzioni integrate per l’automazione, il controllo e la sicurezza.
“In nostro è un settore ad altissima tecnologia” commenta il patron di CAME. “Per questo è difficile immaginare come saranno i sistemi di sicurezza fra cinquant’anni, quando già fra tre saranno diversi da quelli che abbiamo ora. La tecnologia diventa sempre più potente e si evolve a passo veloce; oggi quella che è una novità diventa obsoleta nel giro di breve tempo”.
Automazione per ingressi, videocitofonia, sistemi per la gestione di parcheggi automatici, sistemi di sicurezza per ambienti urbani e collettivi: l’offerta targata CAME è ampia e diversificata. Nel 2015, fra le altre, l’azienda di Casier ha realizzato il sistema di controllo degli accessi per Expo Milano. Si stima che almeno 21 milioni di visitatori abbiano attraversato quei tornelli. Oggi è Andrea Menuzzo, figlio del fondatore, a portare avanti l’azienda di famiglia con l’obiettivo di implementare l’internazionalizzazione del Gruppo e, guardando al breve termine, di aumentare il fatturato portando a 290 milioni di euro già nel 2023. “Le richieste di sistemi di sicurezza sono in crescita, nel nostro caso in particolare registriamo un aumento di richieste in funzione antiterroristica” prosegue Paolo Menuzzo.
“All’estero su questo fronte c’è moltissima richiesta e ciascun paese ha le proprie esigenze: si va dal controllo degli accessi, delle persone, delle autovetture. Le richieste sono le più svariate e per noi rappresentano un business continuo”.
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