Park Appiani dormitorio a cielo aperto, la Prefettura trova un tetto per 25 pakistani. L’appello di Conte: “Un flusso continuo, il Governo non lasci soli i Comuni”

Il flusso dei cittadini stranieri che cercano riparo nel parcheggio dell’ex area Appiani di Treviso, dormendo all’addiaccio e utilizzando il vano scale come un servizio igienico, è continuo. Per una situazione che viene risolta, reperendo luoghi di accoglienza, il giorno dopo già si profila un’altra emergenza.

Lo ha constatato di persona il sindaco Mario Conte, che nel primo pomeriggio di ieri ha effettuato un altro sopralluogo per constatare la situazione odierna del parcheggio, divenuto un dormitorio a cielo aperto. “Per quanto si cerchino sistemazioni, il flusso degli arrivi è continuo. Oggi sono arrivati altri quattro cittadini pakistani”, commenta il primo cittadino trevigiano.

Eppure l’emergenza sembra essere, in gran parte, risolta in base alla comunicazione diffusa questa mattina dalla Prefettura, relativamente alla situazione dei cittadini stranieri, di prevalente nazionalità pakistana, che hanno utilizzato come alloggio di fortuna il park dell’Appiani: “Già nella giornata di ieri (21 dicembre ndr) è stata disposta, prima della conferenza stampa dell’associazione “Camminantes”, l’accoglienza nella Caserma Serena di Treviso di 25 persone, di dichiarata  nazionalità pakistana”, si legge nella nota, “Ciò è stato possibile non senza difficoltà per questa Prefettura e l’ente gestore del centro di accoglienza, nonostante i continui arrivi degli ultimi mesi di migranti dalle zone di sbarco e dalla rotta balcanica, che hanno determinato l’indisponibilità di posti in tutti i centri di accoglienza straordinaria della provincia che sono sei, comprese le due ex caserme Serena di Treviso e Zanusso di Oderzo. A tal riguardo, si precisa che, già prima dell’inserimento dei 25 cittadini pakistani, il centro registrava 360 richiedenti protezione internazionale.

Prescindendo dagli arrivi degli ultimi mesi di migranti dal sud Italia e dal Friuli Venezia Giulia, è stata fornita accoglienza, a decorrere dal mese di maggio, a 70 persone giunte autonomamente al di fuori di ogni piano di distribuzione e richiedenti misure di accoglienza, di cui 14 accolti nell’ex caserma Serena, cui si aggiunge appunto il gruppo di 25 pakistani, per un totale di 95, di cui 39 nella citata struttura”.

Fin qui le informazioni sulle azioni adottate dalla Prefettura per fronteggiare il problema, sollevato dall’associazione Migrantes, che si batte per il diritto alla casa. Pochi giorni fa aveva annunciato che avrebbe indetto un presidio sotto la Prefettura di Treviso, nella mattina del giorno di Natale. Azione che, però, potrebbe essere revocata. “Le pressioni di questi giorni sembra che stiano portando a dei risultati, alcuni ragazzi sono stati accolti. Stiamo aspettando di capire se ci sono soluzioni anche per gli ultimi. Se tutti trovano ospitalità, non faremo il presidio” fanno sapere i portavoce del gruppo.

“Non servono manifestazioni, flash mob o proteste di piazza, ma servono fatti. Questa amministrazione i ragazzi che hanno temporaneamente alloggiato al parcheggio Appiani li ha sempre aiutati, sia con iniziative personali che attraverso le varie istituzioni”, rimarca Conte, “Noi siamo riusciti fino ad oggi a dare risposta a un’emergenza umanitaria che sta vedendo protagonista la nostra città, con questi flussi di giovani pakistani che arrivano dalla rotta balcanica. Dormono in un parcheggio costretti a stare al freddo e a fare i loro bisogni nel vano scale. Noi questo non lo vogliamo accettare. Il nostro cuore ci dice che, al di là delle leggi, queste persone vanno aiutate. Ieri, e ringrazio per questo il prefetto Sidoti, abbiamo dato una risposta importante agli ospiti stranieri”.

“Ma è evidente che il fenomeno continua – prosegue -. Probabilmente oggi ne arriveranno altri e domani altri ancora. Quindi serve una risposta da parte dello Stato, perché come amministrazione comunale stiamo facendo il massimo. Ci tengo a sottolineare che non siamo da soli. C’è la Caritas, tanti cittadini e tante associazioni. C’è chi protesta e chi fa, noi siamo tra quelli che facciamo. Ovviamente vedere questi ragazzi al freddo fa piangere il cuore, e io non posso accettare queste scene nella mia città”.

Mario Conte ricorda che il Comune di Treviso ha messo in atto un piano di accoglienza per il periodo invernale, in modo da offrire un posto dove dormire e un piatto caldo a tutti i senza fissa dimora, a cui si aggiungono gli stranieri che giungono clandestinamente percorrendo l’est Europa.

 “Faccio un appello al Governo, poiché i Comuni non possono essere lasciati da soli nella gestione di questa emergenza. Ma mi affido anche ai nostri concittadini, dobbiamo aiutarci e dobbiamo aiutarli – conclude il sindaco -. Però se ci sono delle dinamiche non regolari dietro a questi flussi, chiedo al Governo di intervenire”. L’amministrazione trevigiana, fa presente Conte, fa già la sua parte per il mantenimento di 34 minori stranieri non accompagnati: “Ci costano circa seimila euro al giorno, 200 euro per ognuno di loro, di cui tremila rientrano dai rimborsi che lo Stato ci riconosce. Minori che hanno tutto il diritto di essere accolti e accompagnati anche in un percorso di crescita personale. Ma è altrettanto vero che i sindaci da soli non ce la possono fare neanche in questa partita”.

(Foto: Facebook Mario Conte – archivio Qdpnews.it).
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