Pozza sferza la politica: “Sempre in campagna elettorale, ha sottovalutato il caro bollette. Toglieremo alle imprese ciò che pagheremo in più di luce e gas”

In Camera di Commercio stiamo aspettando, giorno per giorno, l’arrivo delle nuove bollette dell’anno. Noi già spendiamo al mese 10 mila euro di gas e 6 mila euro di energia elettrica. Gli aumenti che ci saranno saranno soldi che, inevitabilmente, dovremo togliere dagli investimenti per lo sviluppo del nostro territorio“. Mario Pozza (nella foto), presidente dell’ente camerale di Treviso – Belluno, ha messo il dito nella piaga dei massicci rincari delle utenze energetiche, problema che preoccupa enormemente imprese e famiglie.

Il richiamo alla responsabilità del mondo della politica, “perennemente impegnato in campagne elettorali” ha detto Pozza, è stato lanciato nel corso della presentazione del corto “Treviso: il centro storico tra tradizione e innovazione”, ideato da Ascom – Confcommercio e sostenuto dalla Camera di Commercio per comunicare, con l’uso di nuovi linguaggi, il valore e le potenzialità delle piccole medie imprese del commercio e del turismo. Le risorse economiche dell’ente, destinate alla promozione del tessuto imprenditoriale, però potrebbero essere erose dagli aumenti dei costi fissi per scaldare e illuminare gli uffici, a causa degli aumenti energetici. Ma a preoccupare di più il presidente Pozza sono le pesantissime ricadute su chi produce beni e chi li consuma.

Io credo che il Governo abbia sottovalutato il caro energia. Lo ha sottovalutato perché, in questo momento difficile, purtroppo queste bollette stanno bloccando le produzioni, visto che non conviene produrre se sei fuori mercato” ha ribadito il presidente camerale, facendo presente che le imprese italiane stanno sostenendo spese energetiche che costano il 30-35% in più rispetto a Francia e Germania.

Quindi ci vuole una politica energetica rivolta agli investimenti e a mettere in campo delle fonti alternative sicuramente, ma anche a ripensare al nucleare dopo che, sull’onda di Chernobyl, abbiamo messo un freno trent’anni fa. Si dovrebbe rivedere questa posizione, perché anche l’Europa ha messo un punto di domanda sulla questione. C’era un progetto nazionale sui rigassificatori ma si è arenato. Quindi dobbiamo dipendere da chi? Dai metanodotti che arrivano dall’est e dalle tensioni politiche che ci sono. Inoltre non potremo certamente coprire i nostri campi, come vogliono fare a Mogliano Veneto, di pannelli fotovoltaici. Perciò, più che transizione ecologica avremo una transizione oncologica sui nostri terreni.

Direi che ce n’è abbastanza. Però la politica è sempre impegnata nelle elezioni. Prima i Comuni, adesso c’è stato il Presidente della Repubblica, tra qualche mese avremo ancora le comunali e poi ci saranno le nazionali. E, quindi, è sempre sotto scacco elettorale e non vuole inimicarsi nessuno. Comunque, quello che pagheremo in più con le nostre bollette lo andremo a togliere alle imprese”.

L’emergenza del caro energia è stata rilevata, nella stessa occasione, anche da Federico Capraro, presidente di Ascom – Confcommercio Treviso: “Stiamo accogliendo le richieste di intervento da parte di nostri associati, soprattutto da realtà che hanno costi fissi e attività colpite dalla pandemia come ristorazione e turismo. Sono le attività che tengono in piedi una città e che vengono incontro alle richieste della comunità. La luce che resta accesa sotto un portico la si deve anche a loro”.

(Foto: archivio Qdpnews.it)
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