Riccardo Donadon e i principi di H-Farm, l’intervista prima dell’avvento del Covid e l’approccio all’evoluzione digitale

È il 2020 e l’umanità, giunta all’era digitale, combatte contro una pandemia quasi senza precedenti.

La tecnologia invade più rapidamente ogni settore, dove per necessità evolutive i direttivi dell’industria, del commercio, delle istituzioni e qualche volta anche degli artigiani, si rivolgono a quelle realtà che hanno saputo prevedere un avvento del digitale per aggiornarsi, imparare e finalmente rispondere a questo brusco ma necessario cambiamento.

Tra questi pionieri dell’era digitale, c’è sicuramente un imprenditore trevigiano che ha cambiato le sorti non soltanto del suo mestiere, ma anche quello dei ragazzi che da lui sono andati a imparare, ma più che imparare a intuire, le regole del nuovo mondo.

Si chiama Riccardo Donadon ed è nato a Treviso nel 1967, ha fondato il primo portale di e-commerce d’Italia, il Mall Italy Lab, e ha un curriculum che vede fondate e poi vendute varie imprese di successo come E-Tree.

Poi nel 2005 è nata H-Farm, la “Hogwarts” dei giovani imprenditori che è tutt’oggi piuttosto conosciuta tra i giovani, specialmente tra i più ambiziosi: una fucina di startup, forse l’unica in Italia con queste caratteristiche, che ha sede a Ca’ Tron, tra Treviso e Venezia, e che insegna la teoria, ma soprattutto la pratica nella salita verso l’imprenditoria digitale.

In un’intervista di Qdpnews.it a dicembre, sospesa dall’uscita a causa del covid appunto, Donadon risponde ad alcune domande sul cambiamento digitale: prima di tutto, ci si era chiesti quale fosse il legame tra il trattore rosso, celebre riconoscibilissimo stemma di H-Farm, e l’era digitale.

“Uno dei grandi problemi del mondo della tecnologia è che corre troppo velocemente verso ciò che è il futuro, il trattore serve per ancorarsi a terra”.

Non a caso nella struttura si dice: “Scarpe grosse, cervello fino” e questo concetto, secondo ciò che aveva risposto l’imprenditore digitale, vale anche e soprattutto per l’Italia, dove il vantaggio starebbe nella presenza di numerosissime eccellenze da valorizzare.

“La nuova economia è un’economia di conoscenza e si basa sulla capacità dei territori di attrarre talento”.

Nonostante l’avvento del covid, che potrebbe aver reso più urgente questo cambiamento, il principio che vede l’incontro tra tecnologia, strategia e talento potrebbe essere ancora utile ai giovani per disegnare il loro futuro nel complesso mondo di domani.

Anche perché un tempo, Riccardo Donadon era quello che gli americani, e ora anche noi, chiamano “nerd”: se questa parola nella cultura popolare definisce qualcuno che ha una gran passione per i film di fantascienza, in altre definizioni autorevoli, come per esempio per Gerald Sussman sul New York Times, questo termine è stato definito come “qualcuno che preferisce studiare e imparare per competere nel predominio sociale”.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati