Sfratti, manifestanti interrompono il consiglio comunale: “La casa è un diritto”. La replica di Ater: “Nessuna emergenza” 

La casa è un diritto, manifestanti interrompono il consiglio comunale di Treviso

“Siamo qui per denunciare per l’ennesima volta la situazione disastrosa del diritto alla casa in questa provincia”. Così la portavoce del gruppo di manifestanti dell’associazione trevigiana Caminantes. La casa è un diritto” che ieri sera si è dato appuntamento al Palazzo dei Trecento dove era da poco iniziato il consiglio comunale.

La protesa ha reso necessaria una momentanea interruzione della sessione consiliare. Il gruppo si poi è spostato all’ingresso del Palazzo esponendo un lungo striscione con scritto “La casa è un diritto”

Alcuni dei cartelli dei manifestanti

La regione blocca i fondi per l’emergenza abitativa – hanno gridato i manifestanti – Abbiamo innumerevoli famiglie lasciate in mezzo a una strada o solamente con soluzioni inaccettabili, soprattutto in presenza di minori, solo con un paio di notti pagate in albergo e tempistiche assurde per avere un alloggio di emergenza. Allo stesso tempo abbiamo Ater che vende 384 alloggi che dovrebbero essere destinati all’edilizia residenziale pubblica, invece di darli a chi ha bisogno, vengono messi all’asta. Questa sera siamo qui per chiedere lo sblocco dei fondi a livello regionale per l’emergenza abitativa e una riqualificazione immediata e una riassegnazione con bando di tutti gli alloggi sfitti per l’edilizia pubblica”. 

L’associazione trevigiana, che da anni si occupa di casi di marginalità e diritto abitativo, in questi giorni ha portato l’attenzione su un altro caso di sfratto – questa volta non sventato come accadde ad ottobre scorso – che ha riguardato una mamma con quattro figli. Le operazioni di sfratto sono avvenute venerdì scorso. 

Alcuni cartelli esposti ieri dai manifestanti

Riguardo la vendita degli alloggi dell’Ater a cui fa riferimento Caminantes nei giorni scorsi è intervenuta la vicepresidente dell’azienda territoriale trevigiano Marina Bonotto per cui la polemica montata “non trova fondamento”

“I piani precedenti al nostro prevedevano la vendita fino a 1500 alloggi, contro i 384 attuali – ha commentato Bonotto – Allo stesso tempo, va detto che si tratta di alloggi singoli inseriti in condomini con altri proprietari e quindi con difficoltà da parte di Ater di intervenire anche solo per riatti o altre questioni pratiche. Si tratta poi di un’operazione che, oltre a mettere sul mercato alloggi a prezzo abbordabile da molte famiglie, ci consentirà ulteriori interventi e la possibilità di nuovi riatti, nuovi alloggi più moderni ed efficienti dal punto di vista energetico. Ricordo che già tramite il Pinqua e il PNRR stiamo realizzando oltre 200 nuovi alloggi solo a Treviso e così operiamo in tutto il territorio provinciale per oltre 50 milioni di investimenti”. 

Bonotto (Ater): “Nessuna emergenza sfratti”

Bonotto ha replicato anche alla polemica relativa agli sfatti: “Non sono all’ordine del giorno all’Ater e di certo non avvengono da un giorno all’altro come spesso appare” ha affermato. “Prima di arrivare a uno sfratto esecutivo ci sono mesi di verifiche, trattative, proroghe e dialogo con chi non ha più diritto alla casa per motivi che cambiano di caso in caso. Non siamo per nulla felici di dover sfrattare alcuni inquilini, ma se arriviamo all’estremo significa che si è superato il confine e che soprattutto, a fronte di chi occupa un alloggio pubblico senza averne diritto, c’è una famiglia bisognosa che aspetta casa”. 

Bonotto ha poi fornito i dati relativi a quest’anno: nel 2023, su un totale di 7mila alloggi gestiti da Ater Treviso, sono stati effettuati 40 sfratti esecutivi. “Non c’è alcuna emergenza sfratti come qualcuno vuol far credere – conclude la vicepresidente – Per questo penso sia bene cambiare atteggiamento su alcune situazioni, perché ATER Treviso, i Comuni e le Forze dell’Ordine tentano sempre fino all’ultimo tutte le possibilità, ma queste devono trovare anche la disponibilità di chi occupa l’alloggio. Non sempre questo avviene, per varie motivazioni, una delle quali è sicuramente la strumentalizzazione da parte di gruppi come Caminantes e dei Centri Sociali che, invece di interessarsi a chi veramente ha bisogno della casa e attende nelle graduatorie ERP dei Comuni, perdono tempo a difendere spesso l’indifendibile, col rischio che per tutelare i pochi che non pagano e che sappiamo in che condizioni lasciano gli alloggi, poi va a finire che mancano i fondi per supportare la stragrande maggioranza degli inquilini che pagano regolarmente. E questo, oltre che un danno alle casse di ATER, è grandissima mancanza di rispetto di chi è in regola. Basterebbe chiedere informazioni o capire quanto impegno è stato messo per evitare l’esecutività”.

(Foto: Ass. Caminantes).
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