È stato presentato oggi venerdì, nella sede Confcommercio a Treviso, il terzo report congiunturale: i sentimenti e le prospettive delle imprese del territorio, l’approccio al credito e un focus sui territori ed economie urbane.
Aumento dei costi dei fornitori e dell’inflazione: l’inverno appena trascorso è stato duro per le attività del territorio. Si prospetta per l’estate un vero e proprio cambio di rotta: sentimenti positivi, fiducia, voglia di investire e andare in vacanza. Le città, a loro volta, sono state al centro di numerose trasformazioni edilizie ed urbanistiche, per contrastare il degrado. Una nuova sensibilità per il decoro urbano, ai progetti di rigenerazione urbana, con l’obiettivo comune di recuperare i locali sfitti.
Sono stati questi i temi trattati nel terzo report dell’Osservatorio Congiunturale dell’Unione Provinciale Confcommercio, realizzato da Format Research con il sostegno di Banca Prealpi SanBiagio. L’analisi – presentata da Pierluigi Ascani (Format), Dania Sartorato (presidente Unione Provinciale Confcommercio) e Francesco Piccin (capoarea di Banca Prealpi SanBiagio) – prende in considerazione un campione di 800 imprese, nella fotografia estiva dell’ andamento economico del settore terziario (con prospettive orientate a settembre), con un focus di approfondimento sui territori e sulle economie urbane.
I dati congiunturali
Migliora la fiducia delle imprese del terziario nell’andamento economico della propria impresa. La fiducia tiene anche in vista della fine dell’estate ancorandosi saldamente nell’area di espansione del mercato, ovvero oltre la linea del 50 che convenzionalmente separa un mercato in contrazione da un mercato in espansione. In leggero miglioramento l’indicatore relativo ai ricavi rispetto al trimestre precedente: il dato della provincia di Treviso è nettamente superiore rispetto al dato medio nazionale, rispettivamente 52 e 46. Le imprese del turismo e della ricezione alberghiera vera e propria locomotiva dell’economia della provincia di Treviso.
Netto miglioramento per l’andamento dell’occupazione nel secondo trimestre dell’anno rispetto al trimestre precedente: l’indicatore è pari a 48 e destinato ad arrivare a 49 per la fine di settembre 2023. Migliora solo marginalmente la stretta determinata dall’aumento dei costi dei fornitori delle imprese del terziario. Il dato della Provincia di Treviso è leggermente migliore rispetto al dato medio nazionale, ma su una scala da “0” a “100” a giugno continua ad essere pari a “23”, per di più con una prospettiva di peggioramento in vista della fine dell’estate.
Migliora leggermente la capacità delle imprese del terziario di Treviso di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, anche se il persistere dell’aumento del costo dei fornitori non aiuta in questo senso le imprese del commercio e del turismo di Treviso. Aumentano le imprese che hanno chiesto credito nel secondo trimestre del 2023. Aumenta anche la percentuale delle imprese che vedono accolta interamente la richiesta (56%). Tale dato è leggermente superiore rispetto al dato medio nazionale (55%). Il 52% delle imprese del terziario di Treviso ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, ben il 39% per effettuare investimenti e il 9% per ristrutturare un debito.
Territorio ed economie urbane
Le imprese della provincia di Treviso sono soddisfatte del livello di decoro urbano che caratterizza il territorio nel quale operano: quasi il 56% delle imprese giudica positivamente il territorio dove risiede dal punto di vista del decoro urbano, avendo dato una valutazione positiva compresa tra 7 e 10 su una scala da 0 a 10.
Tenendo conto anche delle valutazioni pari a 6, la percentuale delle imprese soddisfatte è pari a 76,5%. Quasi l’80% delle imprese reputa il fenomeno del degrado urbano abbia un impatto pressoché nullo o quasi nullo sul proprio business. Le imprese che reputano il fenomeno molto o abbastanza negativo sono poco più del 20%. Dissesto delle strade, abbandono degli spazi commerciali sfitti e scarsa presenza di polizia locale sono i fenomeni di degrado urbano rilevati più frequentemente dalle imprese del commercio e del turismo.
Il 5,6% delle imprese della provincia di Treviso ritiene che la qualità della vita nell’ultimo biennio sia migliorata in provincia di Treviso, il 79,3% rimasta invariata e il 15,1% che sia peggiorata. I fattori che più di altri hanno contribuito alla salvaguardia della qualità della vita negli ultimi due anni sono stati l’aumento dell’offerta culturale e quella per il tempo libero (67,8%), nonché l’aumento dei servizi pubblici per i cittadini.
I fattori di criticità maggiormente percepiti dalle imprese sono stati al contrario l’aumento dei fenomeni di criminalità (54,5%) e la chiusura di tanti servizi alla persona o esercizi commerciali nei centri urbani (49,1%): si tratta del problema dei negozi sfitti nelle strade che tanto preoccupa gli imprenditori e deturpa il tessuto urbano delle città e dei borghi.
Le imprese individuano (o suggeriscono) i seguenti interventi prioritari per aumentare l’attrattività del territorio: miglioramento dell’arredo urbano delle città, l’attenzione all’organizzazione di eventi ed un maggiore livello di sicurezza.
In sostanza, secondo la “pagella” risultante dalle 800 interviste dell’indagine, risulta sostanzialmente “promosso il decoro urbano”, promossa a maggioranza anche la “qualità della vita”, mentre il “degrado urbano” non viene percepito come una minaccia per il business, preoccupa invece in maniera “trasversale” e diffusa in tutta la provincia il problema dei locali e negozi sfitti.
“Due gli aspetti che desidero evidenziare di questa indagine – ha detto Sartorato -. Il primo: sul piano generale la sostanziale ‘tenuta’ del terziario trevigiano che viene da quasi tre anni di pandemia e chiusure, un’ondata di rincari dei prezzi ed una guerra in corso ma regge sia nel sentiment che nelle prospettive su settembre dimostrando fiducia, visione e resilienza.
Le imprese investono ancora, hanno fiducia, mantengono l’occupazione e soprattutto un ‘approccio espansivo’, sanno far fronte ai propri fabbisogni finanziari pur in un contesto generale non facile – continua -. Il secondo: il focus sui territori e sulle economie urbane ci restituisce una fotografia fondamentale del territorio che chiama noi Associazioni, con le nostre imprese e le Pubbliche Amministrazioni, a scelte attente e nuove azioni. E qui lancio un appello ad Anci Veneto e alle Pubbliche Amministrazioni.
La fotografia scattata oggi ci dice che le nostre città, paesi e centri urbani non possono correre il rischio dell’omologazione, delle serrande chiuse, della mancata integrazione tra funzioni (tutte devono coesistere) – prosegue -. L’economia ruota intorno ai territori ed i territori sono essi stessi economia, ma anche vita e società: servono politiche attive strutturali per i locali sfitti ed una cabina di regia che non lasci soli né le imprese, che vanno ascoltate, né i Sindaci.
Il protocollo siglato a livello nazionale da Anci e Confcommercio nel 2015 prima che ‘il mondo cambiasse’ indicava già un futuro improntato a collaborazioni, co- progettazioni, interventi di rigenerazione urbana e partecipazione – conclude Sartorato -. Oggi ci sono bandi ed agevolazioni da cogliere: ricordo il bando borghi in scadenza a settembre, è solo un esempio delle opportunità che ci sono. È ora di mettersi al lavoro, di dare attuazione ai protocolli, facendo ognuno la propria parte. Noi ci siamo”.
“Quest’ultima indagine ci restituisce un quadro in progressivo miglioramento del terziario trevigiano, in linea con quanto osserviamo quotidianamente confrontandoci con famiglie e imprese: bene il clima fiducia, abbastanza bene i ricavi e molto bene l’occupazione, ma persistono le difficoltà legate all’aumento dei costi dei fornitori – ha aggiunto Piccin -. Un quadro complessivamente positivo, seppur all’interno di un contesto macroeconomico che rimane complicato, in cui il sistema bancario e il Credito Cooperativo in particolare, quale presidio di vicinanza e ascolto del territorio, dimostra di fare la propria parte per venire in contro alle esigenze degli imprenditori del settore.
I numeri lo testimoniano: si nota un leggero miglioramento della capacità di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, un aumento della domanda di credito e una sensibile crescita del numero di coloro che la vedono accolta (56%) – conclude -. Ancor più importante il fatto che quasi il 40% faccia richiesta di credito per effettuare investimenti. Un importante segnale di fiducia verso il futuro, a cui daremo tutto il supporto e il sostegno necessario”.
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