Toponimi della Marca Trevigiana, Treviso: dalle tracce dei misteriosi Taurisci alla sepoltura di un feroce condottiero attraverso antichi idoli e bizzarre fontane

Il toponimo di oggi: Treviso

Treviso, 85.000 abitanti, capitale indiscussa della Marca e città decorata con la medaglia d’oro al valor militare all’indomani della guerra di Liberazione è la nostra ultima tappa del viaggio alla ricerca dei toponimi.

Attestata in antichità con le denominazioni “Tarvisus”, “Tarbision” e “Tarvisium”, fa capolino nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) allorquando l’autore parla di “ex montibus Tarvisanis” per poi ricomparire in alcune epigrafi latine come “Tarviso” o “Tarvisio”.

Una versione ampiamente condivisa mette in relazione il toponimo, di origine gallica, con il termine celtico tarvos, toro. Un animale totemico dal quale deriverebbero altri nomi geografici italiani fra i quali spicca Tarvisio, in provincia di Udine. Il toro trevigiano potrebbe essere collegato alla stirpe dei Taurisci, popolazione di origine celtica proveniente dalla Gallia, stabilitasi nel Norico (oggi territorio austriaco e bavarese), prima sottomessa e poi alleata di Roma. I Taurisci, ipotetici fondatori della città di Treviso e adoratori di una divinità egizia dalle fattezze taurine, non vanno tuttavia confusi né con la tribù dei Taurini, legati all’attuale Torino, e nemmeno con i Taurasini del Sannio pur avendo aspetti culturali in comune con entrambi i popoli.

Fra gli scettici nei confronti del sacro toro ci sono coloro che propendono per un’interpretazione alternativa, nella quale Treviso è la “città dei tre visi” intesi non come volti, ma come colline (dal latino tervisus) sulle quali fiorirono gli abitati più antichi corrispondenti alle odierne piazza dei Signori, piazza Duomo e Sant’Andrea.

Una terza, suggestiva tesi evoca una misteriosa scultura in pietra verde con tre volti (damisella o puella) collocata dal capostipite dei Collalto, in epoca remota, all’ingresso di una delle quattro fortezze edificate nel territorio trevigiano. Una statuetta che richiama le fattezze della Fontana dei Tre Visi, oggi di fronte al municipio, copia di un’opera realizzata nel XIX secolo.

Un’ultima curiosa teoria mette in relazione il toponimo Treviso con l’espressione gallica trev (legno), a ricordo del materiale col quale furono realizzate le abitazioni del nucleo cittadino originario.

Per scoprire Treviso, a prescindere dalle origini del toponimo, c’è solo l’imbarazzo della scelta: itinerari artistici, religiosi, letterari e gastronomici solo per citarne alcuni; a piedi, in bici e addirittura in barca, lungo il corso del Sile.

La nostra scelta ricade su un personaggio e su un luogo: Mercurio Bua (1478 – 1542), leggendario capitano di ventura albanese al soldo (anche) della Serenissima, tumulato in Santa Maria Maggiore. Il condottiero, sulla cui vita avventurosa varrebbe la pena soffermarsi, riposa in un sontuoso sepolcro marmoreo da lui stesso trafugato a Pavia. A poca distanza dal sarcofago pendono le catene che Girolamo Miani, rinchiuso in prigione da Mercurio Bua e miracolosamente scampato a un tragico destino, depositò in chiesa come ex voto prima di fondare l’ordine dei padri somaschi. Storie curiose, che si intrecciano fra loro e permettono di cogliere alcuni interessanti aspetti della millenaria storia della città e del suo territorio.

Come anticipato in apertura, la visita a Treviso conclude il nostro viaggio nella Marca alla scoperta dei toponimi. Alla soddisfazione per aver visitato luoghi straordinari si accompagna l’inevitabile malinconia per essere giunti al capolinea di un percorso all’insegna della cultura e delle tradizioni di una terra affascinante. Nulla di meglio, per rinfrancare il corpo e lo spirito, di una porzione di tiramisù, autentico orgoglio della tradizione trevigiana sin dall’Ottocento. La dolcezza e la personalità di questo tesoro celebrato in tutto il mondo è il miglior modo per congedarsi dai nostri lettori, ringraziarli per l’attenzione dedicata alla nostra rubrica e dar loro appuntamento alle prossime iniziative editoriali.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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