Disastro del Vajont, 57 anni fa la tragedia. Un pesante tributo di vittime anche nell’Alta Marca, ecco i loro nomi

Il 9 ottobre di 57 anni fa accadeva una delle più grandi tragedie della storia d’Italia. Alle 22.39 del 9 ottobre del 1963 una frana di 260 milioni di metri cubi si staccò dal Monte Toc, precipitando nel sottostante bacino artificiale idroelettrico del torrente Vajont, da poco ultimato.

Si generarono tre diverse onde, l’ultima scavalcò la diga riversando almeno 50 milioni di metri cubi d’acqua nella vallata sottostante. Interi paesi furono cancellati, persero la vita, secondo le stime ufficiali, 1917 persone, tra cui 487 bambini.

Si verificò uno spostamento d’aria spaventoso, con una forza d’urto doppia di quella della bomba atomica di Hiroshima, uccidendo all’istante chiunque si trovasse all’aperto. A Longarone si salvò dalla totale distruzione solo il municipio e alcune case.

Per i primi soccorritori (vigili del fuoco, esercito e Alpini del Genio) fu estremamente difficile raggiungere il luogo del disastro, le strade erano state completamente spazzate via. Alla fine delle faticose ricerche furono ricomposti solamente 1500 cadaveri delle quasi duemila persone uccise.

La vittima più anziana è stata Amalia Pancot, di Conegliano, aveva 93 anni, la più giovane aveva appena 21 giorni di vita. L’ingegner Alberico Biadene, detto Nino, nativo di Asolo, fu indicato come uno fra i maggiori responsabili della tragedia, nella sua veste di ingegnere capo della Società Adriatica di Elettricità (Sade), e condannato in via definitiva a cinque anni di reclusione (di cui tre condonati e fu rilasciato per buona condotta dopo aver fatto un anno di carcere).

Le vicende giudiziarie legate ai risarcimenti si sono concluse definitivamente 20 anni fa. Enel, Montedison e Stato Italiano si sono ripartiti gli oneri; circa 56 miliardi di lire al solo Comune di Longarone.

Anche l’Alta Marca Trevigiana ha pagato un pesante tributo di vittime nel disastro del Vajont, persone e famiglie che si erano trasferite in cerca di lavoro. Per ricordarle riportiamo un elenco delle vittime della zona:

Asolo: Elio Spadetto; Caerano: Maria Bortolazzo. Moreno Bortolazzo, Lucio F. Guolo, Luisa Pellizzari, Ines Rossi, Armando Spadetto, Elda Spadetto, Giannino Spadetto. Cappella Maggiore: Renata Beccati, Giuseppina Uliana. Codognè: Giacomo Coletti, Caterina Corbanese. Colle Umberto: Arturo Sommariva, Battista Sommariva, Bruna Sommariva, Gioacchino Sommariva, Modesto Sommariva, Pasquale Sommariva, Renato Sommariva, Costantino Zaia. Conegliano: Emilia Borsoi, Lorenzo Borsoi, Danila Cescon, Mario Dal Cin, Elisa Gandin, Francesco Giusti, Maria Marcon, Amalia Pancot, Flavia Pase, Gregorio Pase, Teresa Tardivel, Stefano Zanchetta. Cordignano: Giuseppe Sandrin, Luciana Zanchetta, Rita Zanchetta. Cornuda: Antonio Faganello, Riccardo Faganello, Ermenegilda Minello. Follina: Antonio Bez, Loris Possamai. Fregona: Giorgio De Luca, Bruna Maso. Maser: Costante Basso, Maria Colla. Miane: Giovanna Boschetto. Montebelluna: Fabrizio Bortolazzo, Alessandro Garbujo, Sergio Garbujo, Mario Guolo, Antonio Pellizzari, Luciano Pellizzari, Mario Pellizzari, Claudio Spadetto, Margherita Tesser. Pederobba: Rosanna Spadetto. Pieve di Soligo: Carlo G. Dalla Betta, Mario De Bastiani, Maria Giuditta Polla. Possagno: Maria Antonia Filippin. Refrontolo: Maria Campodall’Orto. Revine Lago: Maria Cecchinel, Libero Osellin. San Fior: Antonietta Bontempo, San Pietro di Feletto: Elisa Cellot. Sarmede: Veronica Da Ros, Angela Franco, Giovanni Majer. Tarzo: Luigi Angelo Dal Col, Giovanni Dotta, Bernardina Michelon, Rosa Elena Pradal, Italo Schincariol, Lucia Tomasi. Vittorio Veneto: Antonio Barel, Aurelio Barel, Emilio Barel, Erminia Barel, Guerino Barel, Mario Barel, Enrico Castagner, Antonio Marin, Lino Piccin, Vittoria Piccin, Elena Sandrin, Lino Sandrin. Volpago del Montello: Aurora Girardi.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: web).
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