Trasporto persone, mancano 2,3 miliardi di ricavi rispetto al periodo pre-crisi. Elio Tomasella: “Siamo il settore con il maggiore ritardo nella ripresa”

La crisi del settore del trasporto persone ha raggiunto una cifra impressionante: mancano 2,3 miliardi di euro di ricavati rispetto al pre-pandemia. “Siamo il settore con il maggior ritardo nella ripresa. Purtroppo, ad oggi mancano ancora iniziative specifiche per settore. Sul tema della sospensione dei viaggi di istruzione, per esempio, il Governo non ha ancora previsto alcuna misura compensativa per le tante imprese coinvolte, rimaste di fatto senza alcun paracadute. Ma non solo” lamenta Elio Tomasella, presidente Auto-bus operator e servizi turistici di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.

Il settore trasporto persone è un anello fondamentale della filiera turistica del Paese, in quanto in grado di assicurare un afflusso capillare, diffuso e massivo di turisti alle località di interesse. “Confartigianato – spiega Tomasella – chiede pertanto “l’estensione alla categoria di tutti i provvedimenti di indennizzo dei danni subiti e a sostegno della ripresa, messi a favore degli altri operatori della filiera del turismo (albergatori, agenzie di viaggio e tour operator). Chiediamo provvedimenti specifici per risolvere i fabbisogni di liquidità immediata e un sistema di indennizzi legati al blocco delle attività”.

E non solo permarrebbe una situazione senza via d’uscita immediata legata al settore turismo, ma anche per quanto riguarda i settori in cui si è continuato in qualche modo a lavorare: “Servizi di trasporto scolastico e corse di supporto al TPL, la riduzione della didattica scolastica in presenza e la sospensione diffusa dei viaggi di istruzione hanno fatto crollare gli spostamenti e il lavoro per le nostre imprese. Anche le imprese di noleggio con conducente e i tassisti stanno sopportando le conseguenza di questa situazione, perché oltre al turismo sono quasi scomparse manifestazioni fieristiche e turismo business.

Le attuali norme di prevenzione adottate dalle nostre imprese garantiscono la sicurezza delle persone che viaggiano nei nostri mezzi; ciò nonostante, purtroppo, scontiamo ancora la diffidenza di molti. Va anche segnalata in questo ambito la notevole penalizzazione di NCC e taxi che li vede costretti dai protocolli di prevenzione della diffusione del Covid, a viaggiare solo col 50% della capienza del mezzo.

Attualmente l’unica prospettiva all’orizzonte, per gli autobus operator, è quella di poter continuale la collaborazione con MOM, per l’effettuazione delle corse integrative del servizio TPL, NCC e taxi posso solo cercare di tirare avanti” fa sapere Tomasella.

Per quanto riguarda i servizi scuolabus, la categoria attende ancora gli aiuti del Decreto rilancio: 20 milioni di euro destinati ai Comuni per il ristoro alle nostre imprese delle perdite di fatturato subite, nel periodo di sospensione dei servizi durante l’anno scolastico 2019/2020, a causa dell’emergenza sanitaria. “Si tratta comunque – sostiene – di una percentuale irrisoria (poco più del 15%) rispetto a quanto richiesto. Va messo in evidenza che per tutto l’anno scorso l’associazione si è battuta strenuamente affinché i Comuni della provincia che avevano appaltato il servizio alle nostre imprese riconoscessero la parte dei costi fissi incomprimibili, trovando la collaborazione di ANCI Veneto.

Purtroppo, l’accordo raggiunto a fatica con l’associazione dei Comuni, che prevedeva un rimborso del 40% del valore dei contratti in essere, non ha trovato nessun riscontro da parte dei Comuni interessati. Va segnalato in questo ambito l’intervento della SUAP della Provincia di Treviso cha ha introdotto nei nuovi bandi di gara l’obbligo di indennizzo per le spese di sanificazione straordinaria che prima non ci erano riconosciute dai Comuni. Va segnalato però che i Comuni che non avevano il bando in scadenza l’anno scorso, continuano a non riconoscercele”.  

(Fonte e foto: Confartigianato Imprese Marca Trevigiana).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati