Treviso a giugno dà il via alla “rivoluzione” della stazione Fs. De Checchi: “Lavori conclusi tra un anno e mezzo per dare alla città un punto d’accesso più moderno”

Tra un anno e mezzo sarà pronto il nuovo biglietto da visita di Treviso: l’ingresso alla città dentro le mura dalla parte della rotonda di via Roma, dominata dalla grande “Sfera” di Toni Benetton, prospicente alla stazione ferroviaria che verrà sottoposta ad una radicale opera di ristrutturazione insieme a tutta l’area di piazzale Duca d’Aosta e dintorni.

Il vicesindaco e assessore alla mobilità Andrea De Checchi prevede che saranno questi i tempi per realizzare uno degli interventi più significativi dell’amministrazione del sindaco Mario Conte, programmato già due anni fa per risistemare completamente la “porta” principale  attraverso cui si transita per  accedere al punto più nevralgico della città per quanto riguarda la movimentazione di viaggiatori, pendolari e turisti.

La pandemia ha ritardato l’avvio dei cantieri della maxi operazione di rinnovamento, rispetto alle tempistiche previste nel protocollo d’intesa siglato nell’ottobre del 2020 tra il Comune e Rfi (Rete ferroviaria italiana), che compartecipano al progetto con un investimento di circa 10 milioni di euro (7,1 dall’ente ferrovie e il resto proveniente da Ca’ Sugana). Al momento dell’accordo il piano proiettava la partenza dei  primi lavori nella seconda metà del 2021, per arrivare a loro conclusione entro il 2022.

Tutto è slittato alla fine di maggio o, al massimo, alla prima settimana del prossimo mese di giugno, stando al cronoprogramma messo a punto dai tecnici di Rfi e consegnato agli uffici del vicesindaco. “Ci vorrà comunque un anno e mezzo circa, per completare tutta l’opera anche con i nostri interventi sull’intero quadrante d’ingresso al centro della città“, dice il vicesindaco, “Tra il luglio e l’agosto del 2023 pensiamo di eseguire i lavori che saranno maggiormente d’intralcio alla viabilità di piazzale Duca d’Aosta e via Roma, perciò dobbiamo programmarli nei mesi dell’anno che sono più scarichi di traffico“.

Il progetto di riqualificazione dell’area ferroviaria riguarda il rifacimento del fabbricato viaggiatori, l’arrivo di nuovi servizi, la revisione della mobilità, la risistemazione di piazzale Duca d’Aosta e dei sottopassi in entrata e in uscita (con ascensori per le bici), le piste ciclabili, la nuova area riservata ai pedoni, il potenziamento di aree sosta per le biciclette (con una velo-stazione coperta) e per le auto di persone a mobilità ridotta, lo spostamento delle fermate dei bus in via Roma, il miglioramento dell’area taxi e l’inserimento di più punti verdi con la piantumazione di alberi e piazzole.

L’area della rotatoria di via Roma sarà interessata dalla rivoluzione delle viabilità ciclopedonale della zona, integrando sempre più  la stazione con il centro cittadino. Anche la scenografia dalla parte del cavalcavia ferroviario è destinata a cambiare, quandò prenderà corpo il progetto di demolizione del vecchio Hotel Cuor per fare posto alla nuova autostazione della Mom.

È da decenni che il quadrante attorno al nodo ferroviario trevigiano attende un piano di totale ammodernamento. La stazione Treviso Centrale (così chiamata per distinguerla dallo Scalo Motta e dalla piccola stazione di Porta Santi Quaranta, nella zona Eden) è dove si trova oggi da oltre 170 anni. Il primo edificio risale al 1851, progettato dall’architetto-ingegnere Giovanni Bottura su incarico di Luigi Negrelli, direttore generale dei lavori pubblici del Lombardo-Veneto.

Le bombe scaricate sulla città dai Liberators americani, il 7 aprile 1944, rasero quasi completamente al suolo il vetusto stabile in stile neoromanico. Nell’imponente sviluppo edilizio ed economico postbellico di Treviso ebbe un posto di rilievo la ricostruzione della nuova stazione dei treni come la conosciamo ancora oggi, realizzata e completata su progetto dell’architetto Narducci nel 1953, lo stesso anno in cui il campo di aviazione di San Giuseppe fu trasformato in aereoporto civile.

Questo nuovo intervento lo abbiamo voluto in maniera prioritaria, perché siamo convinti che la riqualificazione della stazione sia necessaria alla città – conclude De Checchi, – E’ come avere un bellissimo hotel, con camere splendide e servizi magnifici, mentre la hall dell’hotel è tutta da rivedere”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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