Treviso, la paura chiude le bocche ai vertici della sanità provinciale, poca gente in strada ma niente allarmismi

Bocche cucite al vertice di questa mattina, mercoledì 26 febbraio 2020, in Prefettura a Treviso dopo il primo decesso per Coronavirus di un’anziana di Paese, ricoverata al Ca’ Foncello per altre patologie pregresse.

I trevigiani dovranno dunque attendere per capire come la donna abbia contratto il virus, mentre in mattinata è arrivata anche la notizia del medico, impegnato in tre turni nell’Unità Operativa di Geriatria del Ca’ Foncello, che è stato ricoverato in quella di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera di Padova per positività al Covid-19.

Le autorità sanitarie e militari della Provincia di Treviso, insieme al Prefetto Maria Rosaria Laganà, al Questore Vito Montaruli, al presidente della Provincia Stefano Marcon e ai rappresentanti delle associazioni di categoria, oltre ai sindaci di Treviso e di Paese, hanno discusso a porte chiuse degli interventi più efficaci da adottare per limitare gli effetti di quella che, per alcuni, è diventata una vera e propria psicosi.

Nessun provvedimento d’urgenza ma tanta preoccupazione per gli effetti indiretti di questa situazione per la quale gli aggiornamenti sono continui e spesso in contrasto tra di loro.

“Sono addolorato per le strade che vedo vuote e per le prenotazioni turistiche che sono state annullate – spiega Mario Conte, primo cittadino di Treviso – chiedo alla stampa di riportare correttamente le notizie per non accrescere l’allarmismo tra la gente”.

Avvicinati mentre si recavano al Ca’ Foncello, invece, i trevigiani non hanno mostrato grandi segni di preoccupazione ma l’attenzione per come sta evolvendo “l’emergenza Coronavirus” tiene molte persone incollate ai mezzi d’informazione.

Anche in centro a Treviso gli esercenti non si sono tirati indietro alla richiesta di commentare quello che sta succedendo, sottolineando il calo di presenze nei locali e nei negozi soprattutto da parte delle fasce più anziane della popolazione.

A rispondere meglio sono i giovani, che non rinunciano ad uscire per incontrare i loro coetanei, che dimostrano di non preoccuparsi troppo dei dettagli che emergono continuamente e degli aggiornamenti costanti sulle novità del contagio.

Vanno letteralmente a ruba le mascherine nelle farmacie, che in alcuni luoghi sono ormai introvabili, ma scarseggiano anche i disinfettanti: tant’è che alcune strutture si stanno prodigando per autoprodurli.

La notizia delle prenotazioni annullate in alcune località montane o marittime, inoltre, fa riflettere su come la vicenda sia percepita a livello internazionale da chi sta interpretando come un rischio l’eventualità di trascorrere le proprie vacanze in Italia.

Da più parti arriva l’appello all’equilibrio nelle dichiarazioni e alla compattezza di tutti cittadini e delle autorità per affrontare al meglio l’emergenza.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e Video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati