Treviso, previste quasi 9 mila vaccinazioni al giorno, aprono nuove sedi vaccinali. Arruolati anche i medici di famiglia

Nella giornata di ieri, sabato 13 marzo, a fronte delle numerose defezioni causate dalle ultime notizie relative al vaccino AstraZeneca, le autorità sanitarie hanno fatto partire le convocazioni al personale dei Comuni, tramite l’aiuto dei sindaci, e alla categoria dei giornalisti, visto il rischio di perdere delle dosi di vaccino già pronte.

Oggi, domenica 14 marzo, la campagna vaccinale prosegue con i farmacisti e i 79enni.

L’età media delle persone colpite dal virus si è abbassata ai 50-60 anni, rispetto a ciò che accadeva in precedenza con la fascia compresa tra i 70 e i 90 anni. – è la premessa di Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 – Mi prendo la responsabilità per quanto avvenuto ieri: le defezioni hanno fatto sì che ci fosse poca gente, rispetto a quella preventivata, e i vaccini erano già aperti per essere utilizzati”. 

“Ci siamo mobilitati tramite l’aiuto dei sindaci ma, ora, per non incorrere nella stessa problematica, abbiamo steso delle liste di emergenza: nel caso di defezioni verranno vaccinate categorie a rischio, come ad esempio i cassieri. – ha proseguito Benazzi – Chi ha rinunciato al proprio appuntamento, verrà messo in coda per la vaccinazione”.

Le autorità sanitarie hanno rassicurato sul vaccino AstraZeneca, spiegando come “attualmente non ci sarebbero dei nessi causali” tra il vaccino e i decessi registrati, mentre il citato ritiro del lotto di dosi sarebbe avvenuto per “motivi precauzionali”.

Secondo l’Ulss 2 la comparsa di febbre o indolenzimento non deve destare preoccupazione, in quanto si tratta di effetti comuni già preventivati.

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Ieri sono state coperte le categorie dei lavoratori comunali segnalate dai primi cittadini, mentre le somministrazioni ai giornalisti sono state sospese una volta terminate le dosi e, di conseguenza, la categoria sarà ricalendarizzata.

L’obiettivo è quello di procedere con circa 8.958 vaccinazioni al giorno: in questo modo entro il mese di giugno tutta la popolazione dovrebbe aver ricevuto la prima dose, mentre si partirà con la seconda a partire da luglio.

Un aiuto lo potrà dare anche il vaccino Johnson & Johnson, in arrivo indicativamente verso la fine di marzo, considerato come dovrà essere fatta soltanto un’iniezione, senza la necessità di un richiamo.

Nel frattempo aumenteranno anche le sedi vaccinali rivolte alla cittadinanza: oltre a Villorba, Riese Pio X, Godega di Sant’Urbano (che sarà ulteriormente potenziata) e Oderzo, si aggiungeranno il centro anziani in via Castello d’Amore di Treviso, l’ospedale Guicciardini di Valdobbiadene (sarà pronto il prima possibile), l’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, la sede degli alpini a Montebelluna, una palestra a Pieve del Grappa e un centro sociale a Mogliano Veneto.

A questi si aggiungeranno ulteriori palestre e palazzetti dello sport resi disponibili dai sindaci del territorio, in modo tale che l’orario delle vaccinazioni si possa estendere fino alla mezzanotte per almeno due giorni alla settimana, venendo incontro alle esigenze dei lavoratori in un periodo economicamente complesso.

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L’aumento delle vaccinazioni sarà possibile grazie al reclutamento, su base volontaria, di un numero maggiore di medici.

Intanto la Regione Veneto ha chiuso un accordo con i medici di medicina generale che potranno somministrare le dosi nel proprio studio o vaccinare a domicilio, con il supporto dell’Ulss 2 per lo smaltimento dei rifiuti speciali: in tutto sono 504 i medici di famiglia del territorio che dovranno vaccinare 20 assistiti al giorno, per un totale di più di 10 mila somministrazioni giornaliere.

Ogni medico riceverà un piccolo frigo dove conservare le dosi di AstraZeneca e, qualora arriverà, del vaccino Johnson & Johnson, e convocherà telefonicamente i propri assistiti.

Questa settimana verrà contattato anche il mondo dell’industria, tramite Giuseppe Milan, direttore generale di Assindustria Venetocentro, per capire come gestire le vaccinazioni in azienda.

Sul fronte delle cure contro il Covid-19, le autorità sanitarie hanno fatto sapere come potrà essere utilizzato l’impiego di anticorpi monoclonali entro la quinta giornata di positività, alla comparsa di almeno uno dei sintomi provocati dal virus e su segnalazione del medico di medicina generale.


(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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