Treviso, protestano le operatrici di assistenza scolastica: “Niente rimborso per le ore perse, pensate anche a noi”

Le operatrici sociosanitarie addette all’assistenza scolastica della provincia di Treviso fanno sentire la propria voce per una situazione nella quale rischiano un danno economico non indifferente per loro.

“In queste ore di indubbia difficoltà – spiegano – nelle quali sono impegnati la Regione e i nostri concittadini, comprendendo appieno la responsabilità di chi è preposto alla tutela della nostra salute, non possiamo comunque esimerci dall’esprimere una nostra difficoltà personale e di molte altre colleghe.  Siamo le operatrici sociosanitarie addette all’assistenza scolastica, nelle scuole di ogni ordine e grado, della Provincia di Treviso. Il nostro particolare contratto, nello specifico Collettivo Nazionale, non prevede in caso di assenza dei nostri assistiti nessun tipo di rimborso, anche minimo, per ore di lavoro perse”.

Già con la tempesta Vaia la loro prima esperienza negativa: “In questo caso l’assenza, e dunque la perdite di un monte ore importante, è dovuta alla chiusura obbligatoria disposta dalla presidenza del consiglio per l’epidemia del Coronavirus che tutti noi ci auguriamo finisca il prima possibile. Nondimeno questa chiusura obbligatoria ci impedisce di svolgere la nostra attività, al servizio dei nostri assistiti”.

Quindi l’astensione dal lavoro – proseguono – e questa perdita esula da un problema o disposizione territoriale bensì nazionale, e al contrario di docenti, collaboratori scolastici e personale amministrativo, la nostra categoria sarà pesantemente penalizzata da una settimana (e forse anche due) lavorativa persa”.

Le operatrici chiedono che nelle misure intraprese e pretese da ogni sigla sindacale per sopperire alla forzata inattività di tutti i lavoratori colpiti dal provvedimento della Presidenza del Consiglio, anche la loro categoria debba essere riconosciuta, ricordata e compresa.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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