Martedì 15 marzo è la giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione sul tema dei disturbi dell’alimentazione che comprendono anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder e nuove forme tra cui, ad esempio, vigoressia e ortoressia.
Nell’Ulss 2 è operante il Centro provinciale disturbi alimentari, che comprende una rete interdipartimentale di servizi costituita dal dipartimento di salute mentale, coordinatore del Centro stesso, dal Dipartimento infanzia adolescenza famiglia, dalla Nutrizione clinica e dal privato sociale “Insieme si Può”.
“A partire dal 2020, anno di inizio della pandemia – spiega la dottoressa Francesca Fontana, responsabile del Centro disturbi alimentari – si è riscontrato un preoccupante incremento dei casi, con un trend in continua crescita anche per tutto il 2021. Abbiamo avuto un aumento sia dei contatti telefonici, con 273 telefonate (+55% rispetto al 2020), sia delle prime visite.
È stato, inoltre, confermato l’abbassamento dell’età di esordio di questi disturbi anche al di sotto dei 14 anni (11–12). Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dall’incremento dei ricoveri salvavita rispetto al periodo pre-pandemia, soprattutto nei reparti di pediatria, a significare la gravità del quadro clinico con cui si presentano i minori”.
“La riflessione sull’incremento del fenomeno in questo periodo è d’obbligo – sottolinea la dottoressa Fontana -. È come se questi due anni di pandemia avessero costituito un evento stressante slatentizzante la vulnerabilità individuale, soprattutto negli adolescenti. La pandemia ha esposto i ragazzi a un isolamento sociale prolungato. Sono stati interrotti tutti gli assi dello sviluppo: la frequenza della scuola, luogo primario di incontro, l’uscita dalla famiglia, la sperimentazione nel gruppo dei pari, la costruzione delle relazioni amorose, l’attività sportiva. Se da un lato gli strumenti informatici e i social hanno permesso di mantenere una parziale comunicazione con i coetanei e con la scuola, dall’altro spesso si sono sostituiti alle relazioni e hanno amplificato il tempo di esposizione a ideali corporei mitizzati e all’idea che con l’iperattività e il controllo sia possibile raggiungere un corpo perfetto, negando la dimensione umana e naturale del proprio corpo. La solitudine, la noia, l’ansia, la tristezza, l’impossibilità di fare progetti a breve e medio termine, si sono tramutate in un bisogno di concentrarsi sul cibo e sul corpo, con lo scopo di migliorare il proprio aspetto, vincere il senso di passività e sostenere il proprio senso di competenza. Anche la fine del lockdown, con la riapertura alla socialità tanto auspicata, si è manifestata come amplificatore delle vulnerabilità. Specie tra gli adolescenti, molti si sono trovati impreparati a rientrare in una dimensione relazionale da tempo sospesa, con la necessità di riconfrontarsi con gli altri, magari con un corpo cambiato per effetto della crescita, ampliando lo spaesamento e il vissuto di insoddisfazione di sé”.
Per dare supporto alle persone con disturbi, il Centro provinciale dell’Ulss 2 offre sostegno per tutti i livelli di cura a partire dal trattamento ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale, fino al ricovero ospedaliero. Alcune attività sono state accentrate nel Centro di Treviso, e per la gestione dei ricoveri si è dimostrata fondamentale la collaborazione tra il personale del centro e quello del reparto di pediatria del Ca’ Foncello, diretto dal dottor Martelossi, e con l’unità di nutrizione clinica diretta dal dottor Paccagnella.
“L’emergenza rappresentata dall’aumento dei numeri di ricoveri per disturbi alimentari in pediatria – dice Martellossi – è stata sostenuta fino a tutto il 2021 grazie al progetto della onlus “Per Mio Figlio” che ha garantito la presenza nel reparto di un neuropsichiatra infantile e di uno psicologo, coordinati dal dottor Bisetto. Dal 2022 in stretta collaborazione con il direttore del servizio infanzia adolescenza famiglia, dottor Michieletto, è stato possibile mantenere la presenza di queste figure in reparto attraverso progettualità e stretta collaborazione tra territorio e ospedale all’interno della rete del centro provinciale disturbi alimentari”.
Il progetto di sensibilizzazione e informazione già avviato con le scuole superiori della provincia è stato ulteriormente intensificato e strutturato, favorendo la conoscenza dei servizi specialistici di cura tra gli insegnanti e gli studenti.
Si è mantenuta e sviluppata anche la collaborazione con l’associazione per i familiari “L’Abbraccio”, che ha permesso il coinvolgimento di nuove famiglie nei gruppi di auto-mutuo aiuto e ha consentito di ampliare l’offerta dei laboratori esterni con i maestri d’arte.
Proprio l’associazione “L’Abbraccio”, in collaborazione con Coin SpA, sarà impegnata nella realizzazione di un progetto di sensibilizzazione e primo sostegno alle persone con disturbi alimentari. Il tutto grazie a un gruppo di volontari, tra cui alcuni psicologi, in stretta condivisione e collaborazione con il dipartimento di salute mentale, che il 26 e 27 marzo saranno presenti nel punto vendita di Corso del Popolo a Treviso. Inoltre dal 21 marzo sarà attiva una raccolta fondi alle casse in tutti gli store d’Italia per sostenere l’associazione.
(Foto: archivio Qdpenws.it).
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