L’agricoltura della provincia di Treviso si conferma a forte trazione femminile: le imprese agricole condotte da imprenditrici donne sono pari al 24,7%, con 3502 aziende attive nel 2020. Un numero importante che riporta una flessione dell’1,1%, rispetto al 2019, ma che conferma come il settore agricolo, nonostante non sia stato risparmiato dalla pandemia, abbia retto l’urto dimostrando grande solidità e resilienza con 14.155 aziende attive nella Marca nel 2020 (-0,7% rispetto al 2019).
“Il nostro comparto ha saputo raccogliere la sfida della pandemia e con grande capacità imprenditoriale le imprese agricole hanno portando innovazione e diversificazione nei processi aziendali, con le imprenditrici donne in prima linea in settori trainanti quali il vitivinicolo e il zootecnico. – dichiara Giuseppe Facchin, presidente di Cia Agricoltori Italiani di Treviso – In parte dobbiamo leggere il lieve calo delle aziende agricole della Marca come un riassetto strutturale di un comparto molto frammentato, infatti in questo periodo di difficoltà molte sono state le fusioni, soprattutto tra le realtà più piccole e marginali, che hanno portato ad un rafforzamento delle aziende rimaste.”
Un settore ammaccato ma in salute che guarda al ricambio generazionale come un’opportunità per restare competitivo e continuare un processo di innovazione e sostenibilità. Il 2020 ha infatti registrato un segno positivo nella crescita sia delle imprese agricole giovanili (condotte da under40) +1% con 832 unità nel 2020, prima provincia in Veneto che complessivamente registra 3166 unità, che delle imprese femminili e giovanili con 140 unità nel 2020 e una crescita del 3,7% rispetto al 2019. Un settore spina dorsale del nostro sistema produttivo che ha aumentato il suo appeal nelle nuove generazioni anche grazie alla nascita di nuove figure professionali che trovano spazio all’interno delle moderne e diversificate aziende agricole.
“Il costante aumento di iscrizioni da parte di studentesse negli istituti agrari ed enologici sottolinea indubbiamente il ruolo centrale che l’universo femminile ha acquisito in questi settori un tempo prevalentemente, se non esclusivamente, maschili. – dichiara Mariagrazia Morgan, preside dell’Isiss G.B. Cerletti di Conegliano (con una sede distaccata anche a Piavon di Oderzo) – Basti pensare che in dieci anni la presenza femminile nel nostro istituto ha segnato un +60% con una presenza nell’anno scolastico 2020/2021 di 248 studentesse, nei diversi indirizzi. La componente femminile è e sarà un valore aggiunto per questo settore che potrà così essere valorizzato dalla sensibilità, dalla tenacia e dal coraggio delle donne che spesso sono attuatrici di cambiamenti culturali, di innovazione nei metodi di produzione e nelle filosofie aziendali.”
Cia Agricoltori Italiani, attraverso l’associazione “Donne in Campo” nata nel 1999, è impegnata a livello territoriale nel costruire “reti” e gruppi attivi di imprenditrici agricole per promuovere l’imprenditorialità femminile e organizzare iniziative miranti a migliorare lo spirito imprenditoriale, la professionalità e la sicurezza delle donne nelle zone rurali e favorirne l’inserimento negli organi direttivi di imprese e associazioni.
“L’8 marzo della Cia – spiegano il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini e la presidente di Donne in Campo Veneto Michela Brogliato – lo abbiamo voluto dedicare alle donne che lavorano in campagna e si distinguono non solo per l’attenzione con cui conducono le proprie aziende, ma anche per l’impegno a tramandare le culture locali alle nuove generazioni. Le aziende agricole al femminile sono le più propense alla diversificazione delle attività a integrazione del reddito, quella che in Cia chiamiamo multifunzionalità”.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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