Il sanguinoso conflitto con la Serbia per il Kosovo terminava il 9 giugno 1999, dopo il pesante intervento delle forze Nato. La testimonianza di come si vive oggi nel piccolo Paese balcanico direttamente dal Primo Luogotenente Vincenzo De Gennaro, origini romane ma adottato dalla Marca Trevigiana dal 1989 e da poco rientrato in Italia.
In Kosovo con il Cimic ha svolto di Project Officer, ovvero responsabile dei progetti di cooperazione civile-militare per l’area di attività del Regional Comand West (RCW) e del Contingente Italiano.
“In particolare – spiega -, visto il coinvolgimento sempre più accentuato dei civili nelle operazioni di risposta a crisi internazionali, così come la crescita esponenziale delle organizzazioni governative e non governative presenti nei vari scenari operativi, mi sono occupato di rappresentare l’interfaccia tra il contingente militare ed il tessuto socio-economico e culturale locale, con l’obiettivo di dar vita alla creazione di un contesto collaborativo, finalizzato alla stabilizzazione degli scenari post-conflict“.
Il Kosovo è ancora una realtà poco conosciuta
“Certo, ha vissuto numerose fasi di cambiamento e, ad oggi, è un paese che è ancora molto desideroso di cambiamenti e relativamente molto giovane e uno dei più poveri d’Europa. Infatti il 53 per cento della popolazione ha meno di 25 anni. È un paese che, pur essendo grande come l’Abruzzo, è abitato da sei gruppi etnici distinti: albanesi (sono più del 90 per cento della popolazione), serbi, turchi, gorani, rom e bosniaci musulmani. Questi gruppi sono rappresentati anche sulla bandiera kosovara da sei stelle“.
Nel suo incarico particolare per un militare dove ha imparato a occuparsi di cooperazione civile-militare?
“Presto servizio all’ente interforze e multinazionale che si occupa proprio di civil-military cooperation, da qui l’acronimo CiMiC. L’unità, a guida italiana, è affiliata alla Nato e rappresenta un vero polo di eccellenza in questo ambito all’interno dell’Alleanza Atlantica. I nostri istruttori formano studenti da tutto il mondo durante i corsi che si svolgono proprio a Motta di Livenza, nel trevigiano, dove ha sede la caserma. Qui anche i civili partecipano ai corsi del Multinational CiMiC Group e tutte le informazioni sull’offerta formativa si possono trovare sul sito internet del reggimento“.
Come è nato il suo rapporto con il Veneto e con la provincia di Treviso in particolare?
“Mi sono arruolato nel lontano gennaio del 1983 e negli anni ho cambiato diverse sedi passando da Roma, Udine, Oderzo, Portogruaro, Vittorio Veneto ed infine Motta di Livenza. Conosco, pertanto, molto bene la marca trevigiana e me ne sono innamorato sin da subito, tant’è che ho deciso di stabilire proprio qui, a Cimadolmo, il mio nucleo familiare. Mi sono innamorato di queste zone e del territorio tant’è che sono impegnato anche nel sociale facendo parte dell’Avis locale come socio e donatore e sono il Presidente del CiMiC Bike Team di Motta di Livenza“.
Quante missioni ha al suo attivo e dove?
“Ho partecipato a diverse operazioni in cui le Forze Armate italiane sono state chiamate ad intervenire. Dal 2000 ho operato tra Macedonia e Albania. Quidi a più riprese sono stato impiegato in Afghanistan con diverse mansioni, da responsabile dei rifornimenti logistici ad addestratore delle truppe dell’Esercito Afghano, conducendo operazioni congiunte con le stesse Forze Armate locali. Nel 2017 ho vissuto la mia prima esperienza in Kosovo e nello scorso 2020 sono tornato con l’incarico di CiMiC Project Officer“.
(Fonte: Barbara De Nardi per Qdpnews.it).
(Foto: Cimic Motta di Livenza).
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