Vedelago, rapinato e seviziato da tre giovani (uno ha 15 anni) nel casolare abbandonato: blitz dei Carabinieri lo salva. “Ho pensato di morire”

I Carabinieri nel “casolare del terrore” a Vedelago

Un uomo di circa 50 anni imbavagliato, legato mani e piedi, picchiato e seviziato. Tenuto in uno scantinato di un casolare in costruzione abbandonato, disteso sul pavimento sporco e impolverato. Sopra di lui, per immobilizzarlo, era seduto un giovane con il volto coperto mentre un altro (anche lui con il volto travisato) lo minacciava con uno storditore elettrico.

È drammatica la ricostruzione dei Carabinieri di Castelfranco Veneto che nel pomeriggio di sabato hanno liberato l’uomo, un cinquantenne trevigiano. Ma la vicenda assume contorni ancora più preoccupanti vista l’età dei tre sequestratori, tutti giovanissimi e incensurati: sono tre italiani di 15, 18 e 20 anni.

Il 50enne se l’è vista davvero brutta, tanto da aver ripetuto più volte ai Carabinieri che lo hanno salvato: “Pensavo di morire“. 

I sospetti dell’Arma 

Da qualche tempo i Carabinieri della compagnia di Castelfranco Veneto stavano ricevendo segnalazioni di possibili attività illecite all’interno dell’edificio, come detto un casa in costruzione ma abbandonata, nel territorio comunale di Vedelago.

Il casolare a Vedelago
Il casolare a Vedelago

Sabato pomeriggio i militari dell’Arma hanno notato un giovane uscire dal casolare e allontanarsi in sella alla sua bicicletta. I Carabinieri, che lo hanno fermato per un controllo, si sono insospettiti dell’atteggiamento nervoso del giovane, che ha dichiarato di doversi recare al vicino bancomat per un prelievo.

I Carabinieri hanno deciso di entrare nel casolare. Al piano terra della struttura si sono trovati davanti alla drammatica scena: l’uomo è stato immediatamente liberato e soccorso dai sanitari del Suem 118, che gli hanno diagnosticato una prognosi di 30 giorni. 

La refurtiva

Il giovane fermato in bicicletta è stato trovato in possesso di denaro contante, del bancomat e delle chiavi dell’auto del sequestrato.

Secondo i Carabinieri la loro azione sarebbe potuta continuare per molto tempo. Mentre l’uomo era immobilizzato nello scantinato, i tre avrebbero potuto ripetutamente effettuare i prelievi di contanti totalmente indisturbati.

Le armi

I due giovani trovati nel piano interrato avevano con loro una torcia e due coltelli, con lame rispettivamente di 9 e 8 centimetri. Sequestrato anche uno storditore elettrico molto potente e un rotolo di scotch utilizzato per immobilizzare la vittima.

La ricostruzione del sequestro

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la vittima aveva conosciuto qualche tempo fa uno dei tre giovani su una piattaforma social, e dopo alcuni messaggi aveva acconsentito di incontrarlo nel casolare in questione.

Secondo i Carabinieri, il piano dei tre giovani è stato organizzato nei minimi dettagli: uno di loro si è incontrato con il malcapitato in un parcheggio per dirigersi all’interno del casolare. L’uomo pensava di essere solo, ma una volta all’interno della casa è stato violentemente aggredito, minacciato e immobilizzato dai complici.

I Carabinieri intervenuti sono riusciti a interrompere l’azione criminosa, evidentemente, proprio mentre il giovane in bicicletta, ottenuto il codice di sblocco dalla vittima ormai tramortita dalle sevizie subite, si stava dirigendo a prelevare i soldi dal bancomat.  

I tre giovanissimi sequestratori 

Insospettabili e provenienti da famiglie “normali“: è questo l’identikit dei tre sequestratori, tutti giovanissimi e di nazionalità italiana. Il 15enne frequentava una scuola “dove è richiesto anche dell’impegno” mentre gli altri due risultano disoccupati.

Proprio per questo la convinzione dei Carabinieri è che se i tre non fossero stati arrestati in flagranza di reato sarebbe stato difficile individuarli in un secondo momento. 

I due giovani poco più che maggiorenni sono stati condotti in carcere a Treviso, mentre il minore è stato accompagnato nel centro di prima accoglienza del capoluogo della Marca

Le accuse a carico dei tre giovani

Per i tre giovani – la cui posizione è ora al necessario vaglio dell’Autorità giudiziaria – le ipotesi di reato sono di concorso, a vario titolo, nei reati di sequestro di persona, rapina aggravata, lesioni personali aggravate e possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere. 

Gli inquirenti stanno indagando anche su altri fatti simili, in quanto quello di Vedelago potrebbe non essere il primo sequestro della banda.

Per questo motivo il comandante della Compagnia di Castelfranco Veneto, maggiore Enrico Zampolli, invita a denunciare se qualche altra persona ha subìto violenze simili.

(Foto: Carabinieri Treviso).
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