Verifiche sulla regolarità nell’esecuzione dei tamponi rapidi, il bilancio di un mese di controlli dei Carabinieri: “C’è chi faceva test nei sottoscala”

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha avviato, in tutta Italia e quindi anche in Veneto e in provincia di Treviso, d’intesa con il Ministero della Salute, una vasta campagna di accertamenti per verificare la corretta esecuzione di tamponi e analisi antigeniche per la ricerca del Covid-19, nei “punti prelievo” delle farmacie e dei centri di analisi.

I controlli dei Carabinieri del NAS (Nucleo anti sofisticazioni) sono stati avviati dal mese scorso in tutta Italia, principalmente per prevenire e contrastare il fenomeno dei cosiddetti “falsi positivi”, e cioè soggetti già risultati positivi che si presentano in un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un altro soggetto “no vax” al fine di fargli ottenere, alla scadenza del periodo di quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da quest’ultimo, il “Green pass”.

Pertanto, i Carabinieri del Nas hanno concentrato i loro sforzi per verificare che nei punti di prelievo venissero effettuate correttamente le operazioni di identificazione dei soggetti da sottoporre a test, previa richiesta ed esibizione del documento di identità unitamente alla tessera sanitaria. Nell’ultimo mese i servizi di controllo hanno interessato complessivamente 1.360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità in 170 di essi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni per vari motivi: uso di tamponi e kit reagenti non regolari, i quali, non rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un risultato inattendibile; mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria informatica; inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da personale non qualificato e in altri casi privo del Green pass obbligatorio; effettuazione dei test in ambienti non idonei sotto il profilo igienico sanitario (androni di condominio, sottoscala e altri), in locali promiscui o in totale assenza di autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.

All’esito delle ispezioni è stata disposta la sospensione di 21 punti di prelievo di tamponi rapidi condotti in condizioni igienico-strutturali carenti e con modalità non compatibili con la prosecuzione dell’attività. Sono stati sequestrati complessivamente 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei e individuati 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del Green pass.

L’estensione delle verifiche ha inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici, eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali defustellati e 25.300 mascherine facciali irregolari.

Per quanto riguarda il territorio trevigiano e veneto, i Nas nell’ultimo mese hanno sanzionato quattro farmacie del veneziano (per una delle quali è scattata la sospensione del servizio), altrettante nella Marca e i centri di prelievo negli aeroporti di Venezia e Treviso.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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