Stando ai dati forniti dall’Ulss 2 sono 579 i “codici rosa” registrati nei Pronto Soccorso della Marca da gennaio di quest’anno al 15 novembre scorso. Un dato in aumento del 5% rispetto al 2022.
Questo codice particolare viene fornito alle donne che hanno subìto o che ritengono di essere a rischio di violenza garantendo un accesso prioritario al servizio d’urgenza e ad una sala d’attesa separata, chiamata la ‘stanza dell’abbraccio’, pensata come un luogo protetto dove la donna potrà essere assistita dal personale sanitario e messa in contatto con un centro antiviolenza.
Oggi, 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricade nel pieno della mobilitazione di tanti cittadini e cittadine, studenti e studentesse sull’onda dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Questo ennesimo caso di femminicidio ha scosso l’Italia intera alzando al massimo l’attenzione sul tema della violenza di genere. A darne la misura è anche l’aumento su scala nazionale delle richieste di aiuto al 1522 – l’help line violenza e stalking promosso dalla presidenza del Consiglio dei ministri – che sono più che raddoppiate negli ultimi giorni passando da 200 telefonate in media a picchi di 500. Un segnale per tante donne che ancora faticano a denunciare gli abusi: si stima infatti che solo il 12% di quelle che hanno subìto violenze dal partner denuncino la loro situazione. La maggioranza, per paura di ritorsioni e per il senso di colpa nei confronti dei figli, rimane silente.
Ieri, giovedì, nella sede dell’Ulss2 si è svolta una conferenza per fare il punto sulle iniziative promosse dall’azienda sanitaria per contrastare la violenza di genere, verbale e fisica, riaffermando il ruolo fondamentale di presidio antiviolenza svolto quotidianamente dalle strutture sanitarie del territorio.
“Il codice rosa ci impone tempestività nell’azione – spiega il dott. Enrico Bernardi, primario del Pronto Soccorso del Ca’ Foncello sulle procedure d’accesso rivolte alle vittime di violenza di genere –Bisogna sfruttare al massimo l’allontanamento della donna da casa per darle cure e consigli in uno spazio protetto. La donna viene trattenuta in una stanza d’attesa, che qui a Treviso chiamiamo ‘stanza dell’abbraccio’, dove possa sentirsi a suo agio scongiurando il rischio che in un ambulatorio freddo, sopraffatta dalla paura, decida di andarsene: sarebbe un’occasione persa. In quello spazio creato ad hoc la donna riceve un colloquio, consulenza medica, che può essere ginecologica, chirurgica o psicologica e i medici fanno una valutazione del rischio. Da lì si valuta se trattenerla e metterla subito in contatto con un centro antiviolenza oppure se rimandarla a casa, comunque, con dei consigli su come agire una volta tornata nel contesto famigliare”.
“Questa ricorrenza è importante – ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss2Marca Trevigiana Francesco Benazzi – serve a tutti noi per non dimenticare che ogni giorno le donne subiscono soprusi e noi abbiamo il dovere di agire quotidianamente. Per questo abbiamo introdotto varie iniziative per promuovere la conoscenza del 1522 sia all’esterno che all’interno dell’azienda sanitaria dove l’80% del personale è rappresentato da donne. L’attenzione è massima per aiutare le donne che lavorano con noi, e non solo, ad affrancarsi da eventuali situazioni di abuso che possono avvenire anche all’interno dell’azienda sotto forma di mobbing e violenza verbale che sono intollerabili in una struttura dove il servizio e la cura alla persona è la priorità”.
“La stanza dell’abbraccio, la creazione di percorsi di Pronto Soccorso particolari rivolti alle donne vittime di violenza, ma anche l’opera di sensibilizzazione del personale sanitario portata avanti dalla dottoressa Katia Morellato sono attività che rendono l’ospedale un luogo sicuro per le donne, dove ricevere cure, protezione e consigli per compiere un primo passo per uscire dalla spirale della violenza”.
“Non siamo soli in questo percorso – prosegue Benazzi – cito ad esempio l’iniziativa, giunta alla terza edizione, de ‘L’abbraccio che sbriciola la violenza’ un pane particolare realizzato dal Gruppo Panificatori Confcommercio di Treviso la cui confezione riporta il 1522 e il cui ricavato viene devoluto ai centri antiviolenza del territorio”.
“Purtroppo, non si fa ancora abbastanza per contrastare quello che prima di tutto è un problema culturale che troppo spesso ci porta a confondere il conflitto con la violenza – spiega Katia Morellato referente dell’Ulss2 per il contrasto alla violenza di genere – Bisogna agire profondamente sulle coscienze, incoraggiare le donne e non solo, chiunque sia testimone di episodi violenti a denunciare. Manca ancora la consapevolezza per riconoscere il problema, e anche per questo in molte si rivolgono al 1522″ ha concluso Morellato per poi leggere alcuni versi della poesia di Alda Merini “A tutte le donne” accompagnata dall’esibizione della pianista Giulia Vazzoler e del violinista Giorgio Pavan.
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