Acquistato all’asta l’ex macello comunale di Valdobbiadene: ipotesi b&b. “Tanti investimenti in attività ricettive, ma mancano baristi e camerieri”

Sembra sia turistica la destinazione d’uso dell’immobile valdobbiadenese denominato “ex macello comunale”, acquistato di recente all’asta da un privato.

Il sindaco Luciano Fregonese, che non ha molte informazioni sul nuovo proprietario, ha spiegato che un po’ di tempo fa c’era stata una manifestazione di interesse per aprire un B&B.

La struttura, situata a nord/ovest rispetto al centro di Valdobbiadene, è composta da due edifici singoli all’interno di un’area urbana di 601 metri quadrati.

L’edificio principale è formato da un unico piano di altezza utile 4,65 metri, mentre l’edificio secondario è composto da due piani, di altezza utile 3 metri (piano terra) e 2,50 metri (piano primo).

Il prezzo a base d’asta era di 115 mila euro (l’immobile è stato aggiudicato per 123.500 euro) ed era escluso dalla vendita il mobilio e qualsiasi tipo di arredo o suppellettile ancora presente nei locali dell’edificio.

“Continuano gli investimenti in attività ricettive nel territorio Unesco – commenta il primo cittadino di Valdobbiadene – A Saccol, vicino al ristorante ‘Alla Pergola’, stanno sistemando una casa per fare un B&B e ce ne sono altri che stanno partendo. Da gennaio a marzo sono 65 le pratiche edilizie per sistemazione case per il settore turistico ricettivo. Ora il problema è avere manodopera perché non si trovano persone per ricettività, ristorazione, servizi a bar e ristoranti, soprattutto il sabato e la domenica”.

Questa situazione preoccupa molto il mondo della ristorazione e dell’accoglienza di Valdobbiadene e di tutto il sito delle colline Patrimonio dell’Umanità.

“Quest’estate attendiamo tanti turisti in visita nelle colline Unesco – afferma un imprenditore valdobbiadenese – Purtroppo mancano camerieri e baristi e molte attività valdobbiadenesi sono in seria difficoltà per mancanza di personale. Sembra che questo lavoro non attragga più i giovani e molti di loro non vogliono lavorare nel fine settimana. Questi due anni di Covid, con le varie chiusure e restrizioni che hanno interessato il mondo della ristorazione, si fanno sentire pesantemente e molte persone non trovano le sicurezze che cercano in questo tipo di lavoro”.

Ancora una volta, purtroppo, manca un equilibrio tra la domanda e l’offerta di lavoro a distanza di poco tempo dall’inizio della stagione estiva nella quale, dopo i mesi più duri della pandemia, tante imprese sperano di poter tornare a tirare un respiro di sollievo.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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