Anche l’Alta Marca Trevigiana ha la sua “Donna Avventura”. La storia di Alice Pontini: “Tutto ciò di cui ho bisogno è dentro uno zaino”

Alice Pontini, 30enne di origini valdobbiadenesi ma vera “cittadina del mondo”, fa un lavoro davvero fuori dal comune: ora svolge la professione di tour leader lungo la tratta Transiberiana – Transmongolica – Via della Seta.

Da sempre appassionata di viaggi, ha realizzato il suo sogno riuscendo a viaggiare non solo per passione ma anche per guadagnarsi da vivere e, a differenza delle ragazze della trasmissione televisiva “Donna Avventura”, si muove spesso da sola anche nei luoghi più sconosciuti e meno indicati per una giovane donna che ha come unico compagno di viaggio il suo inseparabile zaino.

“Al momento lavoro per una compagnia australiana – racconta Alice Pontini – Precedentemente ho passato del tempo in Sud America, India e Nepal in quanto lavoravo per una compagnia inglese che offriva lunghi viaggi a bordo di camion-bus che guidavamo noi tour leaders. Non è un lavoro di cui si sente parlare tutti i giorni perché non molte persone si procurano da vivere muovendosi da un paese all’altro del mondo portando in giro piccoli gruppi di persone. Per quanto mi riguarda è il lavoro migliore del mondo e non potrei vivere in modo diverso ed essere più utile all’umanità se non aiutando le persone ad apprezzare, entusiasmandosi, l’incredibile bellezza che ci circonda”.

Valdobbiadene alice pontini 2

“Senza ombra di dubbio – prosegue Alice – è uno dei lavori più intensi e complicati che si possa immaginare. Le mie sono giornate lavorative di 24 ore al giorno: iniziano alle sette o prima, nel caso in cui sia necessario prendere un treno alle quattro o alle cinque di mattina, e finiscono alla sera quando chiudo la porta della mia camera d’albergo, della mia yurta in Mongolia o della mia cuccetta in treno. Vivo con piccoli gruppi di persone che diventano la mia famiglia, la mia casa e i miei amici per un mese alla volta”.

Leggo personalità, bisogni, desideri e ascolto storie di vita, avventure e progetti assorbendo tutto. Il mio ufficio si muove giorno dopo giorno in quelle che personalmente ritengo le zone più belle del mondo. La mia missione non è altro che quella di condividere il mio illimitato entusiasmo per tanti luoghi che sono diventati la mia seconda casa. Aiuto la gente che è con me ad aprire gli occhi, ad osservare e apprezzare gli ambienti e le culture che ci circondano”.

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Al momento – continua Alice Pontini – lavoro da maggio a ottobre viaggiando in tutti quei paesi che finiscono in “stan” e che la maggior parte delle persone non ha ben idea di dove siano. Questi luoghi ospitano la culla della civiltà, dove iniziarono il commercio e lo scambio dei beni nella mitica Via della Seta. La mia casa e il mio ufficio si muovono costantemente dalle verdi steppe della Mongolia ai lussuosi palazzi iraniani, dalla Grande Muraglia alle montagne del Caucaso, dalle cupole blu dell’Uzbekistan ai pascoli senza fine del Kyrgyzstan fino ad arrivare alla remota Siberia”.

Mi sono avvicinata a questo lavoro quasi per caso. Era la fine del 2015 quando, non ricordo nemmeno come, ho aperto il sito internet della compagnia per la quale ho lavorato: Dragoman. In quel momento erano a corto di personale, così ho deciso di mandare la candidatura: un lungo questionario che mi ha tenuta occupata per più giorni. Ero rientrata da poco da 15 mesi oltre oceano. In quell’anno e mezzo sono stata in Canada per sei mesi, lavorando sodo e godendomi un’estate incredibile di sole, laghi, arrampicate, trekking e gite in canoa. Nove mesi e mezzo dopo aver lasciato Toronto sono arrivata a Santiago del Cile, percorrendo quasi l’intero continente dalle foreste canadesi ai canyon e ai parchi del nord America, oltre alle spiagge, i templi e i sorrisi del Messico, le jungle del centro America, la Colombia, l’Ecuador, le immense vette della Bolivia e i deserti del Cile”.

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“A quel punto – conclude Alice – mi sentivo già pronta a fare del mio stile di vita e della mia passione anche il mio lavoro. Ho iniziato così un processo lungo e impegnativo che mi ha portato in cinque mesi a guidare dei camion arancioni da 15 tonnellate con piccoli gruppi alla scoperta delle Ande e del subcontinente indiano. C’è stato anche un periodo della mia vita nel quale ho vissuto in un appartamento in un paesino del trevigiano, ho lavorato otto ore al giorno, ho avuto il fine settimana libero, ho fatto la spesa al supermercato oltre alle lavatrici. È durato un paio di anni, fino al 2012, quando ho intrapreso il mio primo viaggio in India, nella regione montagnosa del Ladakh. Da quel momento in poi le cose sono cambiate e ho pure pubblicato un breve racconto di quell’avventura: Dove le preghiere girano e le montagne sfiorano la luna“.

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“Guardando al mio passato e alla mia formazione sembra che questa strada fosse abbastanza “logica”. Avevo pochi mesi quando ho iniziato a girare “overland” grazie ai miei genitori. All’età di 15 anni avevo già visitato l’intera Europa e ogni museo, palazzo, castello, mostra e chiesa fosse sulla nostra strada. Sono sempre stata terribilmente attratta dalla bellezza in ogni sua forma e studiare arte e fotografia non ha fatto altro che allenare ulteriormente la mia capacità di trovare l’equilibrio, il bello e, più in generale, il lato positivo in ogni cosa, persona, situazione e luogo. Nonostante sia follemente innamorate di territori come la Siberia, l’India (che definirei una seconda casa), l’Iran e l’Uzbekistan sono sempre dell’idea che le mie colline d’origine, e le montagne in cui ho passato anni interi tra camminate e arrampicate, continuino ad essere le migliori al mondo”.

Tra i molti progetti di Alice per il suo futuro c’è quello di poter iniziare a condurre i suoi viaggi in autonomia: itinerari per piccoli gruppi alla scoperta di luoghi ancora incontaminati e lontani dal turismo di massa.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto per gentile concessione di Alice Pontini).
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