Bloccata in Russia durante il lockdown: i racconti di Alice Pontini che rompono le catene degli stereotipi

Neanche il gelo della Russia, dove era rimasta bloccata a causa della chiusura dei confini per il lockdown, ha fermato la passione di Alice Pontini per i viaggi e per la conoscenza degli usi e dei costumi dei popoli del mondo.

Alice, classe 1989, è nata a Valdobbiadene ma la sua vera casa è il mondo ed è meglio stare attenti a non proporle un viaggio nelle classiche mete scelte dal turismo di massa, perché la giovane tour leader potrebbe arrabbiarsi.

Lo scorso 7 marzo 2020 la ragazza è partita dall’India per andare in Russia, dove avrebbe dovuto partecipare ad un meeting di lavoro e rimanere in loco al massimo per sette giorni.

Il 14 marzo Alice ha provato a prendere un volo per il Pakistan ma il momento non era dei migliori perché, con un vero e proprio effetto domino, una nazione dopo l’altra ha iniziato a chiudere le frontiere.

Per questo ha tirato fuori il suo spirito di adattamento e ha deciso di rimanere in Russia dove ha passato tre mesi di lockdown a San Pietroburgo, lontano da amici, famigliari e persone con le quali condividere le emozioni dei suoi viaggi.

Finita la fase più acuta della pandemia, Alice ha deciso di conoscere meglio il Paese che l’aveva ospitata durante lo stop forzato che non aveva programmato: da giugno a settembre, infatti, ha viaggiato on the road nel nord della Russia (Murmansk e Karelia) e nella Repubblica dell’Altaj, nel sud della Siberia.

All’inizio del mese di ottobre Alice, che intanto aveva trovato degli amici con i quali condividere alcuni momenti nella sua nuova routine, ha deciso di trasferirsi a Petrozavods, dove si trova ancora in questo momento progettando i prossimi viaggi e immaginando un futuro nel quale possa aiutare le persone ad aprire la mente e il cuore alla bellezza che ci circonda.

“La scrittura, la nostalgia e i ricordi mi hanno permesso di viaggiare e di far viaggiare le altre persone che, come me, erano bloccate da qualche parte – spiega Alice Pontini – Ho cercato di crearmi una nuova strada e di iniziare una professione diversa anche perché non avevo alternativa e avevo bisogno di guadagnare. Così ho passato quasi un anno ad inviare mail a riviste, blog e aziende che mi permettessero di lavorare”.

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Lonely Planet e Vanity Fair hanno pubblicato alcune storie di Alice ma la giovane trevigiana vuole far capire a chi legge i suoi racconti, lontani anni luce dalle sdolcinate pagine di finti romanzi d’avventura, e a chi la incontra che per lei viaggiare non vuol dire solo “spostarsi”.

“Io non viaggio per viaggiare – spiega la ragazza – Non condivido luoghi, volti, colori, itinerari e informazioni per il semplice ‘muoversi’ perché ho dei messaggi da trasmettere e questo per me è importante. Non sono un’esploratrice o un’avventuriera estrema, sebbene mi spinga in luoghi remoti e viva in un modo un po’ fuori dal comune. Per me il viaggio e la condivisione, fisica o digitale, sono uno strumento per combattere i pregiudizi e le idee radicate di cui la nostra società è pervasa”.

Voglio mostrare l’altra faccia della medaglia – conclude – Spero che chi legge i miei racconti rifletta, si incuriosisca, indaghi, abbandoni stereotipi e pregiudizi e metta da parte le ideologie malsane radicate nella nostra società da troppo tempo. Per portare un esempio penso ai miei post che spiegano perché indossare il velo non è sinonimo di costrizione o perché dobbiamo smetterla di essere assertivi, menefreghisti e pigri quando parliamo di ecosostenibilità. Sono messaggi forti che tanti non condividono, ma va bene così: se riesco a dare uno spunto di riflessione e a smuovere un minimo di empatia, mi ritengo già felice”.

Tra gli obiettivi di Alice Pontini c’è l’idea di continuare a lavorare come tour leader con piccoli gruppi per esperienze autentiche e reali in zone del mondo ben precise, che conosce nei minimi dettagli o a cui tiene particolarmente: India, specialmente il nord est, Asia centrale, Iran, Armenia, Georgia, Azerbaijan e Russia.

In cantiere c’è anche un libro sulla sua “Via della Seta” (ma Alice non ama chiamarla così) e tra i ritagli di tempo c’è stato anche lo spazio per iscriversi all’università.

Per conoscere le esperienze di viaggio di Alice e per leggere i suoi racconti si può consultare il sito o seguire la pagina Instagram (@alipoint).

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Alice Pontini).
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