Venti sempre più tesi all’interno il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg: si prospetta all’orizzonte la possibilità della messa in discussione dell’accordo sulle maggioranze raggiunto fino ad ora, e l’intervento dei giuristi chiamati a mediare tra le parti, sforzi e gli accordi tra maggioranza e minoranza potrebbero essere messi in discussione.
In una nota al Ministero delle politiche agricole di qualche giorno fa, si leggeva l’intenzione del presidente del Consorzio, Innocente Nardi, di procedere alla fase della riapertura delle candidature e di un chiarimento sull’attribuzione dei seggi.
Nella nota Nardi chiedeva un chiarimento sulla situazione delle rappresentanze, ovvero se i viticoltori che normalmente conferiscono nelle cantine sociali debbano rientrare e quindi essere considerati nella categoria vinificatori.
Su tutte le furie l’attuale maggioranza che interviene ancora una volta ribadendo che non è stato deciso niente: “La rappresentanza delle categorie (viticoltori, vinificatori e imbottigliatori) deve essere equa, se si adotta la decisione di diminuire i viticoltori questi ne verranno penalizzati – afferma Francesco Drusian, membro della maggioranza – tengo a precisare che i soci della cantina sociale, non possono essere definiti soci anche del consorzio, questo dal ministero era stato chiarito”.
La risposta arriva diretta dal Ministero che, sul punto, si esprime confermando che i soci delle cantine sociali debbano rientrare nella categoria dei vinificatori, le rappresentanze così andrebbero ancora una volta rimescolare facendo tornare a 3 i viticoltori.
Lo schema consigliato dal Ministero ricalca ora quello che veniva adottato prima del difficoltoso accordo raggiunto tra maggioranza e minoranza.
“Ma prima le decisioni e le consecutive scelte devono essere deliberate dal consiglio di amministrazione – continua Drusian – Noi, definiti “ribelli” abbiamo sempre agito e interpretato lo statuto nel rispetto della legalità”.
L’assemblea del Consorzio avrebbe dovuto convocarsi lunedì scorso ma la nota ministeriale ricevuta più di una settimana fa ha richiesto la riapertura delle candidature entro il 18 marzo, questa mossa ha fatto saltare gli accordi precedenti facendo traslare nel mese di aprile il rinnovo dello stesso Cda.
Un parere quello del Ministero che attraverso le note di queste ultime settimane sembra aver minato tutto quello che di buono era stato costruito nei mesi tra maggioranza e minoranza.
Ora si aprono tempi intrisi di tensione, a pochi giorni dalla riapertura delle candidature e per il prossimo rinnovo del Cda, la maggioranza controbatte e non ci sta, prodigandosi affinché vengano rispettate le decisioni prese.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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