Per fare un tuffo nella cultura indiana, anche senza prendere un aereo, servono fegato, tolleranza e il saggio dal titolo: “Introduzione all’induismo. Non volevo mangiare cibo speziato e ora non ne posso fare a meno” di Andrea Berton, 31 anni, una laurea in Giurisprudenza a Udine, collaboratore di Qdpnews.it ed esperto di scambi interculturali, edito da Panda Edizioni, in uscita a partire da oggi.
Il volume contiene l’esperienza, gli studi e le conclusioni di un mondo speziato e colorato, ma anche severo e difficile da comprendere, che nella propria spiritualità ha trovato conforto da povertà e caos, l’induismo in uno stile accessibile e “saporito” quanto un piatto di chicken tikka masala.
Nel saggio si parla d’India attraverso diverse linee tematiche, tra iconografia e spiritualità, senza tralasciare aspetti sociali e storici, culturali e geografici, con una sensibilità chirurgica verso quegli aspetti che rendono questo paese un caotico equilibrio di spazi e restrizioni sociali.
Lo sguardo è spontaneo, poiché tutto parte da una situazione quasi comica avvenuta per l’autore in un ristorante indiano, e prende consapevolezza nel proseguo della lettura, fino a raggiungere una preparazione sufficiente per affrontare un viaggio in India con gli strumenti necessari per saperne per lo meno percepire il respiro culturale.
È col gusto che comincia e finisce questo viaggio: Berton utilizza questo senso per un’introduzione accessibile a un tema complicato; perché se per il visitatore, per l’esterno, per il turista, l’induismo è una religione, per un fedele questo credere è un sapere e non va discusso.
Il passo indietro di Berton, che partendo da un grado zero di conoscenza arriva a un’infarinatura piuttosto specifica dell’iconografia induista, travolge il lettore, portandolo a interessarsi a temi spirituali, quindi di nicchia.
L’iconografia, su cui si è basato lo studio dell’esperto, nasconde storie non meno interessanti di quelle raccolte nella mitologia greca, a cui siamo abituati da piccoli.
Dall’astrazione, Berton torna vicinissimo a noi con una rassegna di ben 47 ristoranti indiani presenti in Italia, nei quali ha pranzato o cenato, con tanto di indirizzo: questo per permettere al viaggiatore di trovare un punto d’unione fisica con l’India.
Berton, laureato con una tesi sugli strumenti giuridici di contrasto al fenomeno del terrorismo di matrice islamica, e si è appassionato all’intercultura e all’Oriente grazie a “Mulan”, il film della Disney.
Coltivando questa passione e collaborando con festival importanti come l’Interreligius e il Festival dell’Oriente di Padova, Andrea è arrivato a uno step importante questo dicembre, quando si è imbarcato con i volontari della Mummy&Daddy onlus di Caerano San Marco per raggiungere un orfanotrofio in una delle zone più povere dell’India.
“L’India e i suoi miti mi fanno sognare – commenta – ma questo non significa che io abbia chiuso gli occhi davanti alle sue ingiustizie e ai suoi profondi contrasti. La mia prossima meta – conclude – sarà ancora più a Est”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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