Una giornata emozionante quella vissuta oggi, venerdì 3 maggio, dagli studenti della Scuola di Ristorazione Dieffe di Valdobbiadene, che hanno partecipato in Aula Paolo VI a Roma all’incontro di Papa Francesco con alcuni rappresentanti del mondo della formazione professionale.
Gli studenti valdobbiadenesi sono stati accompagnati dal direttore Paolo Andreolli, dai docenti Valentina Bolognesi, Erika Bertoldin, Antonio Cettolin e Andrea Berton oltre alla segretaria Elena Coppe.
Presenti anche gli alunni delle scuole Dieffe delle sedi di Noventa Padovana, Lonigo e Spinea con i rispettivi direttori e insegnanti.
Il gruppo era partito in pullman ieri sera da Valdobbiadene facendo una tappa anche nella sede Dieffe di Noventa Padovana, dove sono saliti altri docenti e studenti ed è partita un’altra corriera.
Nonostante la stanchezza per aver viaggiato tutta la notte, l’arrivo a Roma intorno alle ore 5.30 è stato entusiasmante: per qualche ragazzo, infatti, si è trattato della prima visita nella Città Eterna.
Un po’ di pazienza prima di entrare in Aula Paolo VI e poi lo stupore nel vedere migliaia di formatori e dirigenti di diverse scuole professionali italiane e tanti giovani desiderosi di vedere dal vivo Papa Francesco.
Prima dell’arrivo del Santo Padre, c’è stato un momento di animazione molto coinvolgente, che ha regalato tanta gioia ed entusiasmo ai presenti.
Tra il pubblico anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, Monsignor Claudio Giuliodori e don Massimiliano Sabbadini, presidente nazionale Confap.
L’incontro, infatti, è stato promosso in occasione del 25esimo anniversario di fondazione di Forma e del 50esimo di Confap.
Per la prima volta, il Papa ha incontrato esclusivamente i rappresentanti del mondo della formazione scolastica, composto in Italia da circa 160 mila allievi tra i 14 e i 18 anni.
Durante l’incontro si è parlato anche dei numeri del mondo delle scuole professionali, che vantano 32 mila qualificati all’anno e 13 mila diplomati con un tasso di inattivi inferiore all’1%.
“Vi voglio dire grazie – ha detto il pontefice rivolgendosi ai formatori presenti – per il vostro servizio ispirato alla Dottrina Sociale della Chiesa. Un servizio rivolto ai giovani attraverso la formazione professionale. Grazie per la cura e per l’attenzione speciale anche verso i ragazzi che, spesso, si trovano ai margini della vita sociale ed ecclesiale. Voglio riflettere su tre concetti: giovani, formazione e professione”.
“I ragazzi – continua – sono una delle categorie più fragili e particolarmente vulnerabili. Pensiamo ai contratti precari e ai giovani sottopagati: vivono l’insoddisfazione e si dimettono dal loro lavoro. L’abbandono educativo e formativo è una tragedia. Costruire un ricambio generazionale nel lavoro è importante. Servono adulti che sostengano e incoraggino i giovani senza giudicarli. Nessuno di loro può essere messo alla porta. Soprattutto i più poveri e i migranti. Il secondo concetto è formazione: l’impegno indispensabile per generare futuro”.
“Dobbiamo respingere la tecnofibra e la tecnocrazia – aggiunge -, investendo risorse ed energie perché la trasformazione del lavoro esige una formazione continua. Dobbiamo ridare dignità ai lavori manuali ancora socialmente poco riconosciuti. Una valida formazione professionale è un antidoto alla dispersione scolastica. Serve un legame con le famiglie. La formazione deve offrire ai giovani strumenti per discernere. La professione ci definisce. Quando conosciamo una persona, infatti, le chiediamo: ‘Che lavoro fai?’ Presentiamo gli altri anche per il loro lavoro”.
“Oggi – conclude – assistiamo ad un degrado del senso del lavoro che viene sempre più interpretato in relazione al guadagno piuttosto che come espressione della propria dignità e apporto al bene comune. Servono percorsi di formazione al servizio della crescita personale. Giovani, professione e formazione: non dimenticate questi concetti. Vi incoraggio ad avere a cuore i giovani. Attraverso la vostra creatività dimostrate che è possibile coniugare il lavoro e la vocazione della persona. Perché una buona formazione professionale abilita a compiere un lavoro e, nel contempo, a scoprire il senso del proprio essere nel mondo e nella società”.
“È davvero un riconoscimento importante – ha sottolineato il professor Andreolli, direttore della Dieffe di Valdobbiadene – che il Papa abbia convocato oggi il mondo della formazione professionale. Anche i dati esposti sono interessanti. Questo dimostra che la formazione professionale in Italia è viva, cresce giorno dopo giorno, gode di buona salute ed è all’avanguardia. Per i nostri studenti è stata un’esperienza forte, che ricorderanno sicuramente con gioia in futuro”.
Prima di ripartire per Valdobbiadene, i docenti della Dieffe hanno accompagnato i ragazzi a vedere il centro storico di Roma con una tappa all’esterno del Colosseo, ai Fori Imperiali, al Vittoriano e lungo il fiume Tevere.
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