La Pieve di Valdobbiadene, l’Assunta e il campanile testimoniano la fede che supera le guerre

Correvano tempi difficili quando tutta l’Europa era in fiamme per le guerre napoleoniche, ma i valdobbiadenesi, con particolare assistenza della protezione divina, si impegnarono a riedificare con sontuosa magnificenza questo tempio, quando Pio VI era al ventiquattresimo anno del suo pontificato.

Questo, in sintesi, è ciò che riporta la lapide di consacrazione presente all’interno del Duomo di Valdobbiadene, una chiesa in stile neoclassico, a navata unica, consacrata il 13 ottobre 1816, che ha sostituito la precedente cinquecentesca. La dedicazione rimane la medesima (Santa Maria Assunta).

Tra le opere più antiche e pregevoli possiamo citare l’antico battistero in monolite recante iscrizioni in carattere gotico del 1422, il Cinquecentesco altare originariamente dedicato a San Bartolomeo con i suoi bronzetti, ora dedicato alla Madonna, le tre statue seicentesche poste sopra il timpano del pronao che raffigurano San Prosdocimo, Benedetto XI e San Venanzio Fortunato.

Tra i dipinti abbiamo la pala dell’Assunta, posta dietro l’altar maggiore, di Francesco da Conegliano (detto il Beccaruzzi 1482-1562). Altre opere importanti sono: La Madonna in tronco con Bambino tra S.Rocco e S.Sebastiano (Paris Bordon 1500-1571), la pala dei SS. Giovanni Battista, Girolamo e Antonio Abate (Palma il Giovane 1544-1628), la disputa di Gesù nel tempio (Claudio Ridolfi 1570-1644), S.Venanzio che inneggia alla Croce (Ubaldo Oppi 1889-1946), S.Venanzio Fortunato (Rosa Bortolan 1818-1892), gli affreschi del soffitto e la lunetta sopra l’ingresso ad opera di Teodoro Licini (1912-1978) infine, di Carmelo Puzzòlo, S.Gregorio Magno, e , ai lati del Presbiterio, la Crocifissione e la Risurrezione. Le due statue dell’altar Maggiore, rappresentanti “Fede e Giustizia” (presumibilmente dello scultore A.Casagrande) sono state poste in opera nel 1867, donate dal cav. Sigismondo Piva. Con l’arciprete rev. Don Giovanni Corrà, nel 1883 fu costruito il nuovo portone centrale in legno, in stile classico. Il bassorilievo sopra il portone di ingresso è del 1886, opera dello scultore veneziano Augusto Benvenuti (1839-1899), e rappresenta San Venanzio che, dinanzi a Radegonda e alle religiose del suo monastero di Poitiers, inneggia alla Croce mostrandone l’insigne reliquia, appena giunta in dono dall’imperatore d’Oriente.

La Parrocchia di Valdobbiadene possiede anche un ostensorio in argento dello Scarabello e l’unico ritratto realizzato in vita di Gregorio Barbarigo da Rosalba Carriera.

Il Campanile, su disegno dell’arch. F.M. Preti, risale al 1767, la cuspide fu terminata nel 1810. Nel 1862, opera dell’abate e matematico locale prof. Giovanni Follador, il campanile viene abbellito con una maestosa meridiana, all’epoca assai ammirata sia per le dimensioni che per la sua precisione.

Duomo e campanile hanno subìto i danneggiamenti della Prima Guerra Mondiale, che per un anno (1917-18) ha visto Valdobbiadene in Prima Linea Austriaca, bombardata dal fuoco amico proveniente dal Monte Grappa.

(Autore: Giovanna Capretta).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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