“Mangio male perché non posso fare gli impianti”: il dottor Pellegrini fa chiarezza su alcune false convinzioni

Il dottor Jacopo Pellegrini
Il dottor Jacopo Pellegrini

Come tutti i clinici investo buona parte del mio tempo a parlare con i pazienti per capire le loro problematiche e dubbi. Ricordo quella paziente che aveva desiderio di tornare a mangiare bene con dei denti fissi ma era certa di non avere abbastanza osso, o così le sembrava le fosse stato detto. “Il mio osso tiene gli impianti? Non sono troppo vecchia per fare questo intervento?”. Ero contento mi ponesse molti quesiti perché avrei potuto farle capire che ciò che nel tempo si era costruita erano falsi miti.

La signora oggi mangia contenta con i suoi denti fissi, ma potresti essere tu la persona che ha idee errate. Infatti non è raro trovare persone che per anni sono rimate senza alcuni denti o con denti compromessi, oppure che hanno sopportato il disagio di protesi mobili, nella convinzione di non poter fare gli impianti.

Oggi esistono invece diverse soluzioni a queste problematiche, tutte con un’ampia documentazione scientifica e con anni di pratica in tutto il mondo.

Io, Jacopo Pellegrini, mi occupo di chirurgia e implantologia e dopo il perfezionamento in chirurgia orale e il master in implantologia all’università di Padova ho proseguito il mio aggiornamento in questo campo così ricco di novità e ricerca. In Clinica Pellegrini a Valdobbiadene mi occupo in prima persona di tutti gli interventi di implantologia e rigenerazione ossea che eseguiamo ogni settimana.

Analizziamo e sfatiamo alcuni di questi miti.

Età

Quando i dubbi vengono per l’età un po’ più avanzata del paziente chiedo sempre: “Secondo lei hanno più bisogno di impianti le persone adulte o i ragazzi?”. La risposta viene spontanea. Non esistono limiti anagrafici per l’esecuzione degli impianti. Poiché gli impianti sostituiscono dei denti mancanti, è intuitivo capire che la maggior parte degli interventi si fa su pazienti adulti o anziani e non sui giovani. Se un limite di età c’è è sicuramente quello inferiore. E’ sbagliato eseguire impianti in ragazzi che non hanno completato la crescita, quindi intorno ai 20 anni. L’osso dove ci sono gli impianti non crescerebbe e ci troveremmo con dei denti che nel tempo risultano sempre più corti rispetto agli altri.

Rigetto

Parola spesso usata in maniera errata e che genera molto timore. Non esiste alcuna forma di rigetto degli impianti o dell’osso innestato per rigenerare. Il rigetto è la formazione di anticorpi contro un qualcosa di estraneo all’organismo e avviene nei trapianti. La chirurgia implantare ha un successo del 98% in soggetti sani e su osso naturale. Si perdono pochi impianti per mancata guarigione dell’osso e in quei casi si può procedere di nuovo con l’intervento.

Mancanza di osso

L’osso residuo può essere insufficiente in altezza o spessore per poter posizionare un impianto. Oggi però sono molto rare le situazioni in cui nulla sia fattibile. Ci sono numerose tecniche di rigenerazione ossea che permettono di riavere un corretto volume. Utilizziamo sia osso del paziente stesso sia osso di origine animale. Sono tecniche ormai affidabili in mani di operatori esperti e grazie all’ausilio di alcune apparecchiature come le immagini radiografiche tridimensionali. La radiografia digitale tridimensionale oggi permette di eseguire queste cose e di poter anche ottenere, per esempio, delle griglie in titanio, che servono a contenere l’osso nella sede, create appositamente per la tua anatomia! Inoltre nelle persone edentule si utilizzano zone dove l’osso è naturalmente in quantità maggiore per esempio per l’assenza di nervi che ne riducono l’altezza sfruttabile.

Qualità dell’osso

Non esiste alcun tipo di osso che non sia per sua natura in grado di poter avere una riabilitazione implantare. Nessun professionista può dirvi che il vostro osso non terrebbe l’impianto guardando una radiografia. La qualità dell’osso è invece una componente importantissima se si cerca di eseguire interventi con carichi immediati. Il carico immediato è quella terapia dove in 24 ore vengono consegnati dei provvisori fissi su impianti. In Clinica Pellegrini utilizziamo questa metodica che i pazienti apprezzano molto. Spesso però sono portati a credere da alcune pubblicità che sia fattibile sempre in tutti i pazienti. Come sempre è importante un’accurata diagnosi e rivolgersi a professionisti esperti nel campo.

Patologie inesistenti

Proprio ieri, rispetto al giorno in cui sto scrivendo questo articolo, ho visitato una paziente che si trovava in una condizione di salute della bocca per nulla ottimale. Da anni portava una dentiera incongrua che le ha provocato una dolorosa ulcera da decubito. Non aveva mai fatto nulla perché era convinta di non poter eseguire interventi di implantologia perché alcuni anni fa aveva avuto un infarto. La situazione andava in realtà ribaltata. I problemi non trattati dei tessuti di sostegno dei suoi denti residui sono un fattore di rischio per problemi cardiaci. Inoltre l’inadeguata alimentazione per problemi alla bocca è provato che porti un decadimento fisico e cognitivo.

Chiaramente ogni paziente deve essere trattato in maniera adeguata in base alle problematiche e alle terapie che assume ma questo non impedisce di tornare a mangiare tranquillamente, sorridere con gli amici, con una dentatura fissa. Gli impianti hanno pochissime controindicazioni dovute allo stato di salute del paziente o ad alcuni farmaci assunti che interferiscono con la guarigione e poche sono controindicazioni assolute. Ci sono dei fattori di rischio che possono portare a problematiche nella guarigione o nel mantenimento degli impianti come per esempio il diabete non compensato. Diabete che è un problema da controllare anche per i nostri preziosi denti naturali. Affidarsi ai consigli di un dentista esperto in materia e dell’igienista è essenziale.

La tecnologia oggi ci permette di analizzare con accuratezza la situazione ossea del paziente prima dell’intervento riducendo di molto il rischio di problematiche operatorie. In Clinica Pellegrini spesso progetto i casi al computer, grazie alle radiografie tridimensionali, in modo da avere più conoscenze possibili su come fare l’intervento in modo corretto.

I pazienti inoltre hanno diritto di vivere ogni seduta nella maniera più tranquilla possibile. Per questo si possono eseguire gli interventi, oltre che con la necessaria anestesia locale, in sedazione cosciente al fine di rendere più tranquille anche le persone più ansiose e che vanno dal dentista meno volentieri. Esistono varie metodiche. Noi di Clinica Pellegrini utilizziamo il protossido d’azoto, una miscela di gas che serve a tranquillizzare il paziente e che non impedisce dopo di poter uscire dalla struttura e prendere la propria auto o andare a lavorare.

Oggi poi l’utilizzo di scanner intraorali permette nella maggior parte dei casi di evitare le solite impronte con il materiale in bocca rendendo più piacevole anche le sedute successive di creazione dei denti da posizionare sugli impianti.

Direttore Sanitario Dr. Jacopo Pellegrini, iscrizione all’Albo dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Treviso 

nr.1133. Informazione pubblicitaria ai sensi delle leggi 248/2006 e 145/2018. 

(Foto: Clinica Pellegrini Srl).
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