Morto in Afghanistan Dario Mantoet: grande appassionato di civiltà, partecipò a “Le falde del Kilimangiaro”

Dario Mantoet durante il viaggio in Afghanistan

Dolore a Bigolino di Valdobbiadene e in tutti i paesi limitrofi per la morte improvvisa di Dario Mantoet, 69 anni, morto durante un viaggio culturale in Afghanistan

Grande lavoratore nel settore dell’occhialeria, sportivo, amante dell’arte (dipingeva e scolpiva) ma, soprattutto, era un viaggiatore molto avventuroso fin da giovane. Visitare questo Paese asiatico era da sempre il suo sogno, una mèta da visitare per conoscere civiltà, popoli, luoghi unici e integri, erano tanti anni che voleva fare questo viaggio in Afghanistan, ma quest’anno se n’era presentata l’occasione. 

Si fa prima a dire dove non era stato – raccontano le nipoti Elisa e Michela Gasparetto -, aveva visitato tantissimi Paesi in tutti i continenti, aveva moltissimi amici in tutto il mondo. Quando lavorava viaggiava per un mese ad agosto e venti giorni tra dicembre e gennaio, arrivato il momento della pensione aveva potuto dedicare a questa passione la maggior parte del suo tempo”.

“Era una persona solaresempre disponibile e pronto a prestarsi per qualsiasi favore gli venisse chiesto – continuano le nipoti -, amava il restauro e di sua mano si era sistemato come un gioiello la casa di famiglia. Quando non viaggiava era molto vicino alla sorella Franca con Adriano, alle due nipoti e ai pronipoti Leonardo e Manfred”.

“Nel lontano 1982 tornò da un viaggio con le immagini riprese dalla sua prima videocamera da Bangkok e da quel momento non c’erano state soltanto moltissime fotografie, ma anche migliaia di video,che, una volta a casa, lo zio montava sapientemente con musiche coreografiche – precisano le nipoti -. Una volta, su insistenza della famiglia, partecipò a “Le falde del Kilimangiaro” vincendo il primo premio“.

Il 5 ottobre era partito per il suo ennesimo viaggio: direzione Afghanistan, partenza da Kabul e arrivo a Wakhar Corridor (la parte nord del Paese). La nipote Michela ricorda che, orgoglioso, prima di partire lo zio Dario le disse: “Sai, Chicca (come amava chiamare le due nipoti), faccio un itinerario lungo 25 giorni che né le  agenzie di viaggio né “Avventure nel mondo” (a cui era abbonato) organizzano. Sarà un’avventura pazzesca!“.

Purtroppo il 26 ottobre la sua vita si è interrotta per problemi di salute a Faizabad e da lì è iniziata un’Odissea per i familiari, in quando è molto complesso il rientro della salma in Italia, ora si trova a Kabul, la burocrazia internazionale è davvero infinita e non si sa quando potrà essere celebrato il funerale a Bigolino.

I familiari ci tengono a ringraziare molto la guida afghana Saif e una delle compagne di viaggio (Marilena Martinuz di Gaiarine), per tutto il lavoro svolto per riportare la salma di zio Dario a Kabul.

(Foto: gentile concessione della famiglia).
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