San Giovanni di Valdobbiadene è il paese dei record, ne vanta almeno due: il suo particolare campanile, che è uno dei più piccoli del Veneto e d’Italia, e il fatto che la sua parrocchia sia la più giovane del vicariato di Quero-Valdobbiadene.
La parrocchia, conosciuta fino a non molto tempo fa come “San Giovanni di Bigolino”, combattè a lungo per ottenere piena autonomia da quella vicina di Bigolino. Un legame forzato e mal digerito. Ci riuscì soltanto il 3 giugno 1951 con uno speciale decreto di monsignor Giovanni Battista Bordignon, vescovo di Padova, che istituì la parrocchia autonoma proprio 70 anni fa.
Una comunità religiosa era quindi assente a San Giovanni fino al 1951? Assolutamente no. L’oratorio di San Giovanni viene citato già nella visita pastorale del 1456 e ricompare durante quella del vescovo Nicolò Ormaneto nel 1571. In quell’occasione l’oratorio, posto “in un luogo detto la fornace, sotto la curazia di Bigolino”, aveva un solo altare ed un campanile con una sola campana.
Nel 1587 la chiesa di San Giovanni era retta dagli uomini del Comune, grazie a una concessione del vescovo Federico Corner. La situazione risulta immutata per secoli, fino a quando, nel 1816, la visitò il vescovo Dondi dell’Orologio, che ne riportò la titolazione alla Natività di San Giovanni Battista.
Solo dopo il restauro, nel 1858, la chiesa venne dedicata alla “Decollazione di San Giovanni Battista”, per poi diventare curazia autonoma il 2 gennaio 1923, ossia una giurisdizione ecclesiastica di un curato che era del tutto distinta da Bigolino.
Questa data fu una svolta epocale. La popolazione richiese presto una chiesa più grande, che fu agibile già nel 1926 e poi fece letteralmente i “salti mortali” per essere eretta a parrocchia autonoma.
Nel 1931 la curazia fu riconosciuta civilmente, quindi, nel 1939, gli abitanti di San Giovanni acquistarono a proprie spese e fecero accatastare un’abitazione da destinare a canonica con un orto contiguo; le costanti offerte dei cittadini garantirono la manutenzione dei due edifici e le necessarie spese di culto.
Il 3 giugno 1951 il vescovo di Padova mise per iscritto la decisione definitiva: la parrocchia della “Decollazione di San Giovanni Battista” è realtà ed il parroco avrà il diritto di abitare gratuitamente la casa canonica e di fare la raccolta di frumento, grano, uva e legna in tutto il territorio della parrocchia, oltre a percepire le entrate provenienti dall’amministrazione di sacramenti e sacramentali.
Nella delibera del consiglio comunale di Valdobbiadene, datata 13 luglio 1951, la svolta è ufficializzata: “Tenuto presente che la frazione di San Giovanni di Bigolino è un agglomerato di case a sé stante che raggiunge i 600 abitanti, con una propria scuola pubblica, che il provvedimento vivamente richiesto da quella popolazione serve anche a premiare i sacrifici materiali fatti per la costruzione della nuova chiesa, considerata la forte distanza che intercede tra San Giovanni e la più vicina parrocchia nella frazione di Bigolino… a unanimità delibera esprimere parere favorevole acciocché la Curazia autonoma di San Giovanni di Bigolino venga elevata a Parrocchia con sua amministrazione”.
Una storia di “soli” 70 anni che fa della comunità de “Santuane” un unicum comunale, forse anche provinciale; per non parlare del suo piccolo campanile, che è la perla d’arte in cui ogni cittadino della frazione si riconosce.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it