Vendemmia 2020, il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene resiste alla crisi. Nardi: “Sarà un’annata di qualità”

Si è svolta questa mattina alle ore 11 la conferenza stampa del Consorzio Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore presso il ristorante e centro benessere Salis a Saccol di Valdobbiadene.

È stato fatto il punto della situazione alla vigilia della vendemmia 2020, in un anno caratterizzato dall’emergenza e dai tanti problemi ad essa correlati il territorio si prepara ad una vendemmia che regala ottimismo. Prevista i primi di settembre, la raccolta dei primi frutti nelle zone a maturazione più avanzata porterà in cantina grappoli sani e perfetti per la spumantizzazione.

La vendemmia è prevista per le prime settimane di settembre nelle zone sud orientali (coneglianese), mentre sarà posticipata verso il 20 settembre nelle zone del valdobbiadenese, dove il clima è più rigido e umido.

Dopo un anno dal clima mite, piuttosto secco e un’estate clemente che non ha sottoposto le piante a stress idrici e a ondate di calore, le indagini svolte in campo dai tecnici incaricati dal Consorzio fanno intendere che nonostante le difficoltà di questo 2020 la natura ha seguito il suo corso e la qualità nel calice sarà comunque assicurata e in linea con le annate precedenti.

“Il comparto del prosecco superiore di Conegliano Valdobbiadene, al di là delle previsioni, sta tenendo bene alla crisi economica – sottolinea Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene – nei prima 8 mesi, da gennaio ad agosto, si è vista una perdita del -3,8%, perdita che contando che il settore Oreca della ristorazione ha avuto perdite del 40%, testimonia l’interesse dei consumatori a verso il prodotto“.

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“Un dato parziale, sicuramente, ma che ci fa stimare, nella peggiore delle ipotesi, una perdita massima calcolata del 15-20% per fine 2020, perdita che abbiamo previsto adottando misure di contenimento – prosegue – Il valore dell’uva e quello del vino sono rimasti gli stessi dello scorso anno nonostante la speculazione dei mesi primaverili. La viticoltura eroica si difende costruendo valore e non con la quantità“.

Per contrastare questo periodo di difficoltà il Consorzio ha deciso per il taglio delle rese, da 130 quintali si è passati a 120 quintali a ettaro, queste misure adottate riusciranno a limitare gli effetti della crisi sulla Denominazione.

“Abbiamo disposto lo stoccaggio di 20 quintali per ettaro, questi rimarranno “congelati” e si deciderà nel 2021, a seconda di come andrà il mercato, se utilizzarli come prosecco di Conegliano Valdobbiadene oppure come doc generico – afferma Mario Silipo referente dell’Ufficio Vigilanza del Consorzio di Tutela -Importante evidenziare che lo stoccaggio andrà ad intaccare i “vigneti eroici” solo parzialmente, per soli 10 quintali mentre non riguarderà i vitigni della produzione Cartizze”

Il 2020 da un punto di vista climatico si è distinto per un inverno che ha registrato temperature in linea con il periodo, seguito da una primavera soleggiata e asciutta e poi da un’estate mite e dalla piovosità diffusa. Le fasi fenologiche della vite hanno quindi seguito un andamento regolare.

“Proprio grazie a una primavera poco piovosa e soleggiata e a un’estate mite con precipitazioni distribuite lungo il periodo, le vigne oggi vantano grappoli sani, che non hanno subito scottature o momenti di disidratazione. Speriamo ora in giornate di sole per l’asciugatura del chicco e gli ultimi giorni di maturazione” spiega Leone Braggio, tecnico di Uvasapiens e collaboratore con il Consorzio.

In cantina e in vigneto è tutto pronto quindi per affrontare il momento più intenso dell’anno. In cantina si predispone tutto per ricevere i grappoli, mentre in vigneto si lavora alle ultime operazioni utili a garantire le migliori condizioni per il completamento della maturazione della glera.

Date le caratteristiche del territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, nel Conegliano Valdobbiadene sono richieste 6/700 ore per ettaro l’anno di lavoro manuale, rispetto alle medie di 150/200 ore lavoro per ettaro delle zone pianeggianti, dove la meccanizzazione è avanzata. Per questo, la vendemmia eroica rappresenta il momento di massima ingegnosità dei viticoltori del territorio.

(Fonte: Francesco Pastro © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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