Sparatutto WWI Isonzo, ecco l’espansione “Piave”: giocatori proiettati in battaglia tra l’Abbazia e il Ponte di Vidor

L'Abbazia di Vidor nel videogioco Isonzo
L’Abbazia di Vidor nel videogioco Isonzo

Sulle riviste di viaggio e nei programmi televisivi, nelle serie tv, sui social network e nei lungometraggi, e alla fine anche nei videogiochi: il territorio lungo le sponde del Piave appare in tutta la sua epicità storica in un videogioco appartenente al genere sparatutto in prima persona, molto apprezzato sia nella versione dedicata alle console che a quella per PC.

La nuova espansione di WWI Isonzo, titolo che proietta il giocatore nelle vicende della prima Guerra mondiale, inserisce come mappa esclusiva un sito ben riconoscibile sulla sponda trevigiana del Piave.

Uno screenshot di Isonzo WWI

Risulterebbe impossibile, per un giocatore residente nel Quartier del Piave anche alle prime armi, non riconoscere Vidor e la sua abbazia, ricostruita particolarmente bene e per altro anche percorribile anche all’interno (in tutte le stanze) dal giocatore, sempre che riesca ad arrivarvi “in salute” con il proprio personaggio. Dal Castello di Vidor (in rovina) si vedono anche molto chiaramente il corso del Piave e una buona parte della piazza, con la chiesa parrocchiale in bella vista (in foto). Della chiesa si notano anche i minimi dettagli, con le tre statue che svettano dal frontone.

Quella descritta è una Vidor che, nella distruzione più totale e vista inevitabilmente con un’arma da fuoco (o da mischia) tra le mani, appare straziata dalla guerra, tra buche e filo spinato, proprio come effettivamente doveva essere in quel periodo storico. Unica nota: nella mappa si nota una grande quantità di vigneti, realistico pensando a oggi, ma forse esagerato per quel periodo storico.

Passando da un patrimonio all’altro, il videogioco propone anche degli scorci sulle Tre Cime di Lavaredo, anche se visti dal versante trentino.

Le Tre Cime di Lavaredo su Isonzo WWI

In una partita, su WWI Isonzo, possono fronteggiarsi fino a 48 giocatori (40 su console): per ogni schieramento, ovvero Regno d’Italia e Impero Austroungarico, i giocatori possono scegliere tra circa sei classi in termini di equipaggiamento, anch’esso molto curato e corrispondente alla dotazione originale (con qualche licenza). C’è, per esempio, l’Alpino, con un moschetto Carcano e baionetta, il Fuciliere e l’Assaltatore, con tanto di granate, e l’immancabile Cecchino.

Non mancano mitragliatrici Villar-Perosa disseminate qua e là per la mappa, abilità speciali e oggetti particolari: come una trombetta, che incita i compagni alla carica, un lanciarazzi, una maschera antigas e una sorta di telefono per segnalare all’artiglieria dove fare fuoco.  

Il Castello di Vidor in rovina


La ricerca storica della casa produttrice di WWI Isonzo, M2H Blackmills, è stata accurata e gli appassionati del genere se n’erano già resi conto con i titoli precedenti, ovvero Verdun e Tannenberg. È probabile (ma non è stato possibile appurarlo) che i produttori si siano recati in queste aree per poterle poi ricostruire nel game-engine “Unity”, ovvero il motore grafico di cui si sono serviti per costruire l’intera piattaforma di gioco.

Rispetto ad altri titoli simili, l’atmosfera della Prima guerra mondiale in WWI Isonzo “Piave” Expansion Pack è particolarmente credibile, nonostante la grafica non sia quella di un gioco di ultima generazione. Su Steam, il portale dedicato al gioco più diffuso per PC, la valutazione del titolo è di gradimento all’85%, proprio per via del realismo e dell’ambientazione storicamente accurata.

Il Ponte di Vidor, inconfondibile, sullo sfondo. Ma si vede anche il campanile di Covolo


Come spesso accade, nella comunità trevigiana ci sarà chi storcerà il naso, considerando il videogioco come una canzonatura delle tragiche vicende avvenute, e chi invece è lieto di sapere che la storia del fiume Piave durante la prima Guerra mondiale è stata in qualche modo raccontata, in un metodo senz’altro più internazionale e facilmente fruibile per le nuove generazioni.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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