La vittoriese Segat prima donna a guidare un battaglione alpino: “Sarò la prima a mettermi in discussione”. Presunte molestie all’adunata, l’Ana querela

Per la prima volta una donna guiderà un battaglione degli Alpini, il 9/o Reggimento L’Aquila, composto da circa 450 militari: la cerimonia di insediamento del Tenente Colonnello dell’Esercito Italiano Monica Segat è in programma oggi e non sarà l’ultima nel 2022 per una donna appartenente alla forza armata.

A luglio si è infatti insediata a capo del 232/esimo Reggimento Trasmissioni di Avellino la tenente colonnello Sara Scala, e lo scorso 2 settembre è toccato alla collega Michela De Santis, anche lei tenente colonnello, assumere il comando di uno dei quattro gruppi tattici che compongono l’operazione ‘Strade sicure’ a Roma: entro fine dell’anno saranno sette le donne alla guida di un battaglione.

“Ai miei uomini e donne – ha detto all’ANSA la comandante Segat – dirò che devono capire che pretenderò da loro il massimo impegno. Ma allo stesso tempo devono sapere che sarò la prima a mettersi in discussione. E la mia porta sarà sempre aperta”.

Alla neo comandante è giunto l’augurio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “Segat ha giurato fedeltà il 16 dicembre del 2000 davanti all’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella. Monica apre oggi la strada ad altre 6 donne che entro fine anno saranno alla guida di un battaglione: sono quelle che nel 2000 entrarono in Accademia a Modena, quando per la prima volta le carriere militari furono rese accessibili a entrambi i generi. Buona fortuna!”.

Restando tra le Penne nere, questa mattina l’Associazione nazionale Alpini ha reso noto che “dopo un approfondito esame di centinaia di servizi giornalistici, trasmissioni televisive e post sui social network pubblicati sul cosiddetto “caso molestie” seguito all’Adunata Nazionale, tenutasi in maggio a Rimini, l’Ana ha dato mandato ai suoi legali per presentare una serie di querele contro quanti l’abbiano diffamata. Alcune querele sono già state presentate ed altre lo saranno nei prossimi giorni.

“È una vicenda che ci ha causato grande amarezza – commenta il presidente nazionale dell’Ana, il possagnese Sebastiano Favero – perché a fronte di episodi di maleducazione e di apprezzamenti volgari rivolti alle donne nelle serate riminesi (sempre al di fuori, però, delle manifestazioni ufficiali dell’Adunata che si sono svolte, come sottolineato dallo stesso Prefetto, senza problemi di sorta) si è gettato fango sull’intero Corpo degli Alpini e sulla nostra Associazione che da 103 anni fa di solidarietà, spirito di servizio, condivisione e valore della pace i suoi punti di forza”.

“Non siamo animati da alcuno spirito di rivalsa – continua il presidente – però non possiamo accettare che gli Alpini, intesi come Corpo ed Associazione, unanimemente apprezzati e conosciuti per le loro opere a favore della comunità, siano finiti in un tritacarne mediatico che li ha presentati come molestatori tout court. Gli episodi segnalati, sia online sia con denunce contro ignoti, non appartengono certo ai nostri valori e, come abbiamo più volte sottolineato, non sono neppure ascrivibili con certezza a soci dell’Ana, che a Rimini erano un quarto delle persone presenti. Abbiamo stigmatizzato sin dall’inizio questi comportamenti e se tra i responsabili saranno individuati nostri soci prenderemo provvedimenti anche severi”.

“Esiste però quanto ad atteggiamenti molesti un problema culturale nella nostra società – conclude Favero – ma questo non può essere certo addossato all’Ana e ai suoi soci, tutti volontari che si identificano nei valori citati. Noi all’interno delle nostre Sezioni e dei nostri Gruppi porteremo avanti un confronto costruttivo su questi temi, ma, al tempo stesso, saremo attenti e pronti ad agire anche legalmente per tutelare la nostra reputazione e la nostra onorabilità contro chiunque faccia di ogni erba un fascio”.

(Foto: Facebook – Luca Zaia).
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