Uno scritto autografo come reliquia di Albino Luciani: l’urna ad opera dell’artista di Falcade Franco Murer è realizzata con il legno della tempesta Vaia

La reliquia di Albino Luciani che verrà consegnata nelle mani di papa Francesco nel corso della cerimonia di beatificazione di questa domenica sarà un suo scritto autografo: la novità è stata annunciata nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella tarda mattinata di oggi, 2 settembre, a poche ore dalla grande celebrazione in piazza San Pietro.

È una scelta molto originale quella del Dicastero dei Santi: generalmente, infatti, si sceglie una reliquia che appartiene al corpo. Come ha spiegato Stefania Falasca, vice presidente della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I e vice postulatrice della causa di beatificazione, si tratta di “frammenti della memoria, in quanto lo scritto è stato a contatto con il corpo”.

Nello specifico – ha sottolineato Falasca – “è uno scritto di ordine spirituale del 1956 rinvenuto nell’archivio privato di Luciani: su un piccolo foglio bianco ingiallito dal tempo, c’è uno schema per una riflessione spirituale sulle tre virtù teologali – fede, speranza e carità, precedute da un riferimento all’umiltà – che richiama in modo diretto le tre udienze generali del 13, 20 e 27 settembre 1978”.

Abbiamo notato inoltre delle aggiunte a matita sul tema della speranza, come se questo appunto fosse un’officina di lavoro – ha detto ancora Falasca -: il messaggio di Luciani, ha un suo fondamento teologico, ma anche riferimenti ad autori di altre letteratura, e questo suo mischiare ‘sacro e profano’ rivela il suo spessore culturale, con una grande semplicità che arriva a tutti e lo rende unico”.

Nel suo intervento, il cardinale Beniamino Stella ha ricordato le varie tappe della causa di beatificazione, di cui egli è postulatore, e ha voluto ricordare alcuni tratti importanti della figura di Luciani: “Era un uomo di preghiera assidua e profonda, di attento ascolto e capace di sostegno umano e spirituale, come pastore di sacerdoti e di popolo di Dio, dotto e preparato come maestro della fede e buon comunicatore della Parola di Dio, amico e fratello dei sacerdoti, visitatore dei malati e catechista impareggiabile. Di Luciani metterei in evidenza tre caratteristiche: sacerdote che pregava, che viveva poveramente e che si sentiva bene con la gente. In relazione alla povertà mia madre era solita citare monsignor Luciani, per dire che il sacerdote non doveva avere conti in banca e libretto di assegni. Penso che lo avesse sentito da lui stesso nelle periodiche visite ed incontri dei genitori in seminario”.

La santità di Papa Luciani è importante per la Chiesa e per il mondo di oggi – ha affermato ancora Stella – perché attraverso il suo esempio siamo richiamati al cuore della vita cristiana: all’umiltà e alla bontà di chi sa riconoscersi peccatore bisognoso di misericordia, di chi vuole servire con dedizione generosa e con opere di bene gli altri, annunciando la gioia del Vangelo. Luciani ci testimonia il volto di una Chiesa umile, laboriosa e serena”.

Don Davide Fiocco, della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, in rappresentanza della Diocesi di Belluno-Feltre, ha evidenziato come la beatificazione sia “un grande evento per una piccola diocesi come quella di Belluno-Feltre”. 

Egli ha annunciato che “il reliquiario è stato ideato e realizzato dallo scultore Franco Murer, un artista di Falcade, conterraneo di Albino Luciani”.  “La scelta di materiali è simbolica – ha spiegato -: per basamento ha scelto una pietra raccolta nel fondovalle di Canale d’Agordo, simbolo di quel fondamento familiare e parrocchiale, su cui il giovane Albino ha fondato le sue scelte di vita. Il basamento è sormontato dalla rappresentazione di una croce scolpita in un ciocco di legno, ricavato dagli schianti della tempesta Vaia dell’ottobre 2018: rappresenta le traversie dell’esistenza di Luciani, su cui la Provvidenza ha saputo tracciare un cammino di santità. La semplicità dell’opera dà il dovuto risalto allo scritto autografo del futuro Beato, incastonato nel simbolo cristiano per eccellenza, la croce”.

“Dopo la beatificazione – ha detto ancora don Fiocco – la reliquia sarà conservata nella Cattedrale di Belluno. Nella stessa direzione, dopo la pandemia riprenderà slancio anche il Centro Papa Luciani di Santa Giustina, una struttura nata 40 anni fa come centro di evangelizzazione: in linea con lo spirito di ‘don Albino’, la nostra diocesi non gli dedicò un monumento, ma un luogo di catechesi e di formazione cristiana”.

Successivamente sono intervenute Lina Petri, nipote di Luciani, suor Margherita Marin, l’unica sopravvissuta delle suore di Maria Bambina che assistevano il pontefice, e padre Juan José Dabusti, sacerdote dell’Arcidiocesi di Buenos Aires, dove risiede Candela Giarda, la ragazza miracolata per intercessione di Luciani. Proprio la giovane, impossibilitata a venire a Roma, ha inviato un videomessaggio che è stato riprodotto durante la conferenza stampa.

In queste ore il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha confermato la sua presenza alla cerimonia: “Sono certo che la beatificazione sarà un evento indimenticabile – ha commentato -. Papa Bergoglio invita sempre a guardare alle periferie del mondo: le valli venete, in cui il giovane Albino è nato, per l’epoca rappresentavano una di quelle periferie segnate dalla miseria. Un contesto che non è stato estraneo alla sensibilità di Luciani. Anche per questo sento l’orgoglio di rappresentare il Veneto nel momento in cui sarà ufficialmente riconosciuta la santità di questo figlio della nostra terra”.

(Foto: fermo immagine da Vatican Media – YouTube).
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