Vittorio Veneto, il “Tavolo di Dialogo” sulla viticoltura sostenibile coinvolge sempre di più i sindaci: “Non accontentiamoci dei risultati ottenuti”

Continua il percorso del “Tavolo di Dialogo”, coordinato dall’Ufficio di pastorale sociale della Diocesi di Vittorio Veneto e composto dalle associazioni di area ambientalista “Fare Rete” e “Salute e Ambiente”, e dai rappresentanti dei tre consorzi di tutela (Conegliano-Valdobbiadene Docg, Prosecco Doc e Colli di Conegliano Docg). Il “Tavolo di Dialogo” è nato con l’obiettivo di mettere a confronto, in modo schietto e pacato, i diversi soggetti coinvolti nella questione posta dalla coltivazione della vite. Dopo un cammino di circa due anni, i componenti del Tavolo sono giunti alla comune determinazione della necessità di un più diretto coinvolgimento dei sindaci del territorio, soprattutto per quanto riguarda la formazione e il controllo del rispetto del Regolamento intercomunale di polizia rurale.

Nel luglio scorso, il “Tavolo” ha convocato per la prima volta i sindaci dei Comuni del Conegliano-Valdobbiadene, patrimonio Unesco, per un confronto attorno al tema della salvaguardia del proprio territorio. In quell’occasione, le differenti prospettive si sono ritrovate nel desiderio di dare valore al territorio e ai princìpi di solidarietà che da sempre lo contraddistinguono. «Le buone relazioni di chi riconosce l’importanza di ogni persona e le buone pratiche di chi non si accontenta delle parole – scriveva don Andrea Forest, a nome di tutti i componenti del Tavolo di dialogo, nella lettera inviata successivamente ai sindaci – restano anche per noi un riferimento imprescindibile sul quale stiamo tentando di camminare: sia come produttori vitivinicoli che vogliono valorizzare forme di agricoltura sempre più all’avanguardia e orientate alla sostenibilità ambientale sia come movimenti di cittadini che hanno a cuore la salute e la cura dell’ambiente. Il nostro territorio sta andando progressivamente verso una piena realizzazione di questi obiettivi, grazie agli sforzi compiuti, pur rilevando che alcune criticità ancora permangono».

Consapevole del ruolo indispensabile delle amministrazioni comunali, il “Tavolo” – sottoscrivendo per la prima volta un documento a firma condivisa tra Consorzi, Fare Rete con Salute e Ambiente, e Coordinamento del Tavolo – ha chiesto ai sindaci un ulteriore incontro «per poter discutere ed insieme individuare le possibili linee di azione per un’applicazione efficace del Regolamento di polizia rurale del nostro territorio, ritenendolo uno strumento strategico per il futuro delle nostre colline». Continuare dentro ad una logica di “dialogo costruttivo” – si legge ancora nella lettera – si presenta come un guadagno per tutti i membri del “Tavolo”: «Per noi Consorzi di tutela e Associazioni di categoria e per i nostri produttori: perché ci aiuterebbe a onorare i nostri impegni di sostenibilità delle produzioni; per noi cittadini e per noi ambientalisti: perché ci permetterebbe maggiore tranquillità nell’abitare la terra che amiamo; per noi Chiesa locale e per le nostre comunità cristiane: perché si sentirebbero ulteriormente stimolate alla responsabilità di una testimonianza; per i sindaci e le rispettive Amministrazioni: perché sareste riconosciuti come ancora più capaci di avere a cuore la bellezza di un territorio che risulterebbe ancor più apprezzabile e qualificato, a dei numerosi visitatori e turisti che frequentano le nostre terre».

L’incontro, auspicato dal coordinamento del Tavolo, si è tenuto lo scorso 9 febbraio. Ne è risultato un confronto partecipato e vivace, che ha visto la presenza dei componenti del Tavolo e di un numero qualificato di sindaci del Conegliano-Valdobbiadene. Alla luce di questo incontro e a nome del “Tavolo”, don Forest ha inviato una seconda lettera ai sindaci, soffermandosi su tre parole chiave. Innanzi tutto, grazie: «È un vivo sentimento di gratitudine quello che vorrei esprimere. Per aver accolto la nostra proposta di ritrovarci insieme e aver arricchito con i vostri apporti il dibattito. Per lo stile con cui è avvenuto il confronto, qualificato da cordialità e schiettezza, condividendo quanto ciascuno aveva a cuore, con rispetto ma senza troppe reticenze. Per l’impegno che avete messo nel lavoro di questi anni, anche in riferimento al Regolamento di polizia rurale, che ci ha portato ad apprezzare i risultati ottenuti e ci offre la prospettiva carica di ottimismo per quanto possiamo ancora fare».

La seconda parola è fiducia: «Mi ha molto colpito l’intervento del dottor Luciano Fregonese, di Valdobbiadene, che interpretando il sentire di diversi tra voi ci ha chiesto “fiducia”. Fiducia nell’operato di voi sindaci che (…) si è sempre ispirato all’imparzialità nell’interesse di tutti i cittadini (…) Una fiducia che, allo stesso tempo, ci auguriamo possiate porre in noi e nella imparzialità e onestà intellettuale a cui in questi due anni e mezzo di cammino abbiamo sempre cercato di ispirarci. Solo così, in una fiducia reciproca che diventa collaborazione leale e virtuosa perché orientata al bene comune, potranno essere fruttuosi i passi che compiremo insieme, ciascuno per il ruolo che gli compete».

Infine, futuro: «Resto ancor più convinto che non possiamo limitarci ai pur lodevoli risultati già ottenuti. Non possiamo agire accontentandoci della “sufficienza”, di non avere (o avere poche) lamentele da parte dei cittadini, di avere raggiunto una ridotta conflittualità sociale. Saremo costruttori di futuro se sapremo dar valore al nostro territorio aiutandolo a crescere non solo economicamente, ma anche culturalmente ed eticamente. È un compito che ci riguarda, a vario titolo, e che non possiamo ignorare: ne andrebbe della qualità dell’azione politica – nel senso etimologico e più nobile di ciò che è “politica” – e della responsabilità derivante da una cittadinanza consapevole».

Proprio guardando al futuro, la lettera si conclude con la proposta ai sindaci di «restare in contatto per prolungare la ricchezza del confronto, in una relazione d’interfaccia che prosegua anche oltre quanto già avvenuto», perseguendo fondamentalmente un duplice obiettivo: mettere a disposizione le acquisizioni maturate nel “Tavolo di Dialogo”, suggerendo anche alcune proposte, e chiedere che una delegazione dei sindaci, rappresentativa dell’estensione geografica del territorio, in alcuni momenti ad hoc possa partecipare agli incontri del “Tavolo di Dialogo”.

(Fonte: Diocesi di Vittorio Veneto. Foto: archivio Qdpnews.it)
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