n Italia nascono sempre meno bambini, aumentano le donne senza figli, chi diventa madre lo fa sempre più tardi. Perché una dimensione della vita che dovrebbe essere semplice è diventata così complicata? Per rispondere bisogna affrontare sia gli aspetti culturali che quelli strutturali che pesano sulle spalle delle italiane. Tra i primi, il mito della maternità che esercita una pressione fortissima nel nome di un ideale di perfezione.
Tra gli aspetti strutturali, mancanza di servizi per l’infanzia, congedi parentali non equamente distribuiti, incertezza lavorativa. Sulle riflessioni della professoressa Alessandra Minello, ricercatrice in Demografia presso il Dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova e autrice del libro “Non è un Paese per madri” si sviluppa la tavola rotonda organizzata dalla Cisl Belluno Treviso per lunedì 13 marzo alle 16 nell’auditorium dell’ex Chiesa di Santa Croce a Treviso dal titolo “Non è un Paese per madri. Vita, lavoro, maternità nell’Italia di oggi”.
L’autrice del saggio dialogherà con Teresa Merotto, segretaria della Cisl Belluno Treviso e Paola Carron, vicepresidente di Confindustria Veneto Est. Introduce e coordina i lavori Alessia Salvador, responsabile del coordinamento Donne e per le Politiche di genere e le Pari opportunità della Cisl Belluno Treviso.
“Le donne – sottolinea Teresa Merotto della segreteria Cisl Belluno Treviso – hanno fatto tanta strada nel percorso di conquista dei diritti, ma purtroppo nel corso della vita ancora oggi si trovano spesso di fronte a un bivio: dover scegliere tra lavoro, famiglia e realizzazione personale, strette fra desiderio di maternità e desiderio di autorealizzazione come persone. Permangono dunque condizioni strutturali e credenze culturali che impediscono ancora alle donne di portare avanti un progetto di vita che tenga insieme sfera lavorativa, familiare e personale”.
Questo il punto di partenza da cui si svilupperanno le riflessioni, a partire dall’analisi della demografa Alessandra Minello, che rimanda una fotografia della realtà che ancora una volta ritrae una donna divisa, costretta a rinunciare alle proprie ambizioni di lavoro e famiglia, con tutte le conseguenze che stanno impattando enormemente sulla società: denatalità, carenza di manodopera, invecchiamento della popolazione.
“L’incontro – conclude Merotto – intende aprire un dibattito su questi temi, consapevoli che le soluzioni possono arrivare solo da risposte di sistema, che coinvolgano parti datoriali, organizzazioni sindacali, lavoratori e territorio, in un percorso che punti a fare rete a livello di comunità, per creare le condizioni che permettano alle donne di fare scelte vere, non obbligate, certi che questo avrà un impatto positivo sull’intero sistema sociale e produttivo”.
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