Anidride carbonica nell’atmosfera, che differenza rispetto a 65 anni fa!

L’osservatorio di Mauna Loa

Sabato 22 aprile si è celebrato l’Earth Day (Giorno della Terra), una giornata mondiale dedicata alla sensibilizzazione e alla protezione dell’ambiente. L’Earth Day è stato istituito nel 1970 negli Stati Uniti come una manifestazione per sensibilizzare la popolazione sulle tematiche ambientali e promuovere una maggiore attenzione per la tutela del nostro pianeta.

In tutto il mondo si sono celebrati eventi, manifestazioni e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della sostenibilità ambientale e della tutela della biodiversità. Sono stati affrontati temi come la perdita di biodiversità, la crisi climatica, la deforestazione, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e sono stati promossi comportamenti più sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

Dagli asili alle università sono fioccati incontri, lezioni, chiacchierate e confronti in cui molti biologi della conservazione hanno passato l’intera giornata davanti ad uno schermo o davanti ad una platea.

Per quanto mi riguarda, il momento che ricorderò con più interesse riguarda un incontro avvenuto nella piazza del paese dove abito, sabato sera, quando vengo avvicinata da un coltivatore della zona che si presenta come un “contadino che ama la sua terra”.

Io so che, più che un “contadino”, l’ottantenne argentato che ho di fronte è il proprietario di qualche decina di ettari coltivati a Prosecco. Lui sa che io so, e qui parte una conversazione, prima aleatoria dove parliamo dei massimi sistemi, poi concreta visto che il mio interlocutore mi snocciola i costi da lui sostenuti per la crisi climatica, dove sembriamo due cani che si annusano al primo incontro. Accetto volentieri di bere “qualcosa” quando nota che negli articoli che scrivo per questa testata non parlo mai delle concentrazioni di CO2 (anidride carbonica).

Confesso di aver alzato un sopracciglio mentre mi racconta che, con la moglie, sono andati a fare un viaggio fino alle Hawaii (USA) dove hanno visitato l’Osservatorio di Mauna Loa, noto nel mondo per misurare, dal 1958, la concentrazione di CO2.

Con una importante dovizia di particolari mi racconta che un’amica del figlio (credo, in realtà ho dimenticato legami e parentele), di fatto una meteorologa che lì lavora, ha spiegato loro come le misurazioni di CO2 fatte a Mauna Loa siano diventate il punto di riferimento mondiale per la comprensione dei cambiamenti climatici legati all’aumento dei gas a effetto serra nell’atmosfera.

Mi informa anche che in un paio di licei a Milano (dove lavorano altri parenti che non ricordo) ogni settimana divulgano la concentrazione di CO2, “cosa che lei non ha mai fatto” mi dice con un dito puntato. Ovviamente gli do ragione e mentre scrivo queste righe butto un occhio alla concentrazione di CO2 nell’atmosfera di sabato 22 aprile: il dato è di 422.68 CO2 ppm (parti per milione). Nel 1958 si erano misurate 316.19 CO2 ppm. Un bel salto, non c’è che dire!

(Foto: L’osservatorio di Mauna Loa, Wikipedia).
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