Cosa succede quando si incontrano grandi e mesocarnivori?

La volpe fa parte della categoria dei mesocarnivori
La volpe fa parte della categoria dei mesocarnivori

I mesocarnivori sono i carnivori di dimensioni medio-piccole, più o meno dal peso inferiore ai 15 kg, nel nostro paese i più comuni sono Volpi, Tassi, Donnole, Faine, Martore a cui piuttosto recentemente si sono sommati Sciacalli, Lontre e Gatti selvatici.

Che succede, quindi, quando arriva un Lupo, una Lince o un Orso alle popolazioni delle specie sopra citate?

La risposta, piuttosto fastidiosa, ne convengo, è: “Dipende”.

Dipende da chi è il grande carnivoro (Lupo, Lince o Orso?), dipende da quale specie di mesocarnivoro stiamo parlando (Volpe o quale altra specie?) e dipende da dove vogliamo estrapolare uno scenario attendibile della presenza di grandi e mesocarnivori (area a protetta o dove altro?).

Per ovviare a tutti i dipende affidiamoci all’ecologia generale dei carnivori. Il ruolo ecologico dei grandi carnivori è quello di “controllare” le popolazioni di mesocarnivori. È per questo motivo che quando arrivano i grandi predatori, i mesocarnivori si spostano verso aree periurbane (fino ad aree urbanizzate) considerandole meno pericolose. Il tentativo, più o meno, sta dentro al vecchio adagio “il nemico del mio nemico è mio amico”.

I mesocarnivori percepiscono quindi gli esseri umani come una minaccia minore in presenza di tali predatori dominanti. Tuttavia, contrariamente alle aspettative, in aree non protette, dei biologi statunitensi hanno misurato che la mortalità causata dall’uomo è risultata essere più di tre volte superiore rispetto a quella causata dai grandi carnivori.

Questo fenomeno suggerisce che, anziché proteggere i mesopredatori, la presenza dei grandi carnivori può addirittura accentuare il rischio per questi animali a causa della maggiore attività umana nelle loro aree di spostamento. In sintesi, la soppressione dei mesopredatori da parte dei grandi carnivori potrebbe essere amplificata al di fuori delle aree protette a causa della spinta dei mesopredatori verso territori più pericolosi a causa della presenza umana.

Il dato è statunitense, ma “da noi” che succede?

(Foto: Luca Vecellio).
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