Il viaggio avventuroso del giovane maschio Slavc

Slavc è un Lupo e la sua vita non ha nulla di particolare dal punto di vista zoologico, si è comportato infatti né più ne meno di quello che fanno tanti lupi, ma Slavc è un lupo straordinario perché ha fatto emergere tabù e comportamenti totemici umani che pensavamo estinti, o almeno racchiusi entro gabbie razionali. La sua vita racconta molto di noi, di come noi umani abbiamo reagito alla sua presenza nei nostri territori. Ma partiamo dall’inizio.

Nato nel branco sloveno-croato denominato, Slavnik, il nome della montagna maggiormente frequentata conosciuta dagli italiani come Monte Taiano, Slavc viene catturato il 17 Luglio 2011. Al momento della cattura i biologi dell’Università di Lubiana eseguono tutte le misure biometriche che rivelano un peso di 43 kg e un’età tra i due e i tre anni. 

Dotato di un collare satellitare che permette di registrare i parametri vitali dell’animale, Slavc viene liberato e torna nel suo branco fino al 19 dicembre, quando decide di lasciarlo per cominciare quella che biologicamente si chiama fase di dispersione, nel nostro caso, la sua avventura attraverso le Alpi.

Slavc attraversa il confine con l’Austria e quello con l’Italia, Dove nel marzo del 2012 giunge in Valpolicella, in provincia di Verona.

In tre mesi, dal dicembre del 2011 al marzo del 2012, Slavc percorre 2000 km attraversando cavalcavia e viadotti di due autostrade recintate, due passi di montagna e il fiume Drava nuotando tra le due sponde per 280 metri.

Quando arriva in Valpolicella Slavc si ferma per una decina di giorni per poi scoprire l’altopiano della Lessinia (sempre in provincia di Verona, a 30km dal centro della città) dove si fatica a conoscere e a riconoscere il ruolo di questo grande predatore.

Qui la tradizionale forma di zootecnia di montagna impedisce lo sviluppo di una prevenzione diffusa ed efficace delle predazioni.

La presenza del lupo si aggiunge ai costanti problemi di queste valli: un costo del latte sempre più basso, l’assenza di forme di cooperazione, l’aumento dei costi delle materie prime e infine il lupo, che viene visto come un’imposizione da parte di presunte autorità sovranazionali in una sorta di complotto contro le attività tradizionali di questa montagna.

(Foto: Luca Signori)
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