L’identità veneta gode di buona salute? Considerando le varie iniziative che si svolgono sul territorio regionale pare proprio di sì.
Oggi, 1° marzo 2023, c’è chi ha festeggiato il “Capodanno Veneto” o, per essere più precisi, il “Cao de Ano”. Questa mattina il presidente della Regione Luca Zaia, sempre attento a queste ricorrenze, ha pubblicato un post per raccontare l’origine di questi festeggiamenti.
“Oggi è il ‘Cao de Ano” veneto! – si legge nella nota social del governatore – Nella Repubblica Serenissima il capodanno cadeva il 1° di marzo. Una tradizione che pare discendere da un antico calendario in uso prima di Cesare, che faceva cominciare l’anno a marzo. La festa del ‘Bati Marso’ si svolgeva appunto negli ultimi giorni dell’anno, e prevedeva di andare in giro per strade e piazze battendo su pentole, coperchi e altri strumenti rumorosi, facendo confusione per far scappare l’inverno e propiziarsi la primavera. Bon cao de ano, Veneti!”.
Tony Fastro sveglia la natura con i campanacci ogni 1° marzo
Quando nella destra Piave si parla di queste tradizioni, in molti pensano a Tony Fastro (in foto di copertina) che da anni, la mattina di ogni primo marzo, cammina per le strade di Pederobba con i suoi “mitici” campanacci per “svegliare” la natura.
Come ha ricordato lui stesso all’amico Franco Mognon, reporter d’eccezione delle sue performance mattutine, il tempo passa ma non si possono dimenticare certe tradizioni. “È passato un anno – ha detto in dialetto Tony alla fine della sua scampagnata per le vie del paese – Ho cambiato il viso perché il tempo va avanti”.
Questo il video realizzato da Qdpnews.it sulla storia di Tony Fastro.
La difesa della “Lingua Veneta”
E a proposito di dialetto, c’è chi potrebbe offendersi a sentir definire l’idioma veneto in questo modo. Per esempio potrebbe spazientirsi Renato Povelato, vicesindaco di Volpago del Montello e presidente dell’Associazione del Popolo veneto, che da anni si batte per il riconoscimento della “Lingua Veneta”.
Povelato sostiene che la Lingua Veneta esistesse ancora prima della nascita dell’Italiano: “Veniva parlata dai nostri avi – ha affermato tempo fa il presidente dell’Associazione del Popolo veneto -, viene parlata da tutti noi oggi e continuerà ad essere parlata anche in futuro”.
Dal 2015 il gruppo che presiede partecipa ai forum all’Assemblea delle Nazione Unite a Ginevra per sostenere il riconoscimento internazionale del Popolo veneto e della sua lingua.
“È un dispregiativo dire che il Veneto sia un dialetto – ha sostenuto Povelato -. Si sta andando contro la storia e lo si sta facendo anche con altre lingue in tutta Europa. Si vogliono affossare le identità per cancellare le diverse peculiarità, ma fortunatamente la gente è ancorata alle proprie tradizioni e per ora riusciamo a resistere”.
In questi anni l’Associazione del Popolo veneto ha partecipato a diversi gemellaggi e incontri con persone e popoli da tutto il mondo, come i gruppi etnici del Malawi in Africa, il Popolo catalano e il Popolo sardo.
(Foto: Facebook).
#Qdpnews.it