Come aiutiamo i cavalli ad aiutarci

L’ippoterapia aiuti gli uomini e anche i cavalli

Già Ippocrate, padre della medicina, raccomandava la cavalcata per scopi terapeutici, come il miglioramento della circolazione sanguigna e la riduzione dello stress.

Con un salto di 2400 anni arriviamo in Europa e negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70, dove nasce l’ippoterapia, un tipo di terapia assistita da animali (AAT) che utilizza i cavalli per aiutare le persone con una varietà di disabilità e disturbi. L’ippoterapia può essere utilizzata per migliorare la coordinazione, l’equilibrio, la forza, la flessibilità, l’autostima e le abilità sociali. Può anche essere utilizzata per aiutare a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione.

Il cavallo, insomma, è diventato un nostro terapeuta che può essere facilmente contagiato dalle nostre tensioni. Sappiamo bene come lavorare con gli umani sia fonte di stress e di agitazioni, ma come capire quando il cavallo sta per raggiungere l’apice di turbamento e di inquietudini trasmesse dai pazienti umani? Uno strumento c’è, la comunicazione con esalazioni udibili (AEC).

La AEC è un metodo di addestramento che insegna ai cavalli a rilassarsi rilasciando respiri udibili, che si basa sul fatto che i cavalli spesso trattengono il respiro quando sono ansiosi o stressati, e rilasciare questo respiro può aiutarli a sentirsi meglio.

L’addestratore insegna al cavallo ad associare un segnale, come un comando verbale, o un tocco, all’azione di inspirare ed espirare in modo udibile. Una volta che il cavallo ha capito il segnale, l’addestratore può iniziare a rendere i segnali più complessi e le situazioni in cui il cavallo deve fornire risposte più impegnative.

Chi conosce un pochino i cavalli avrà subito intuito quanto sia preziosa l’AEC per il loro ed il nostro benessere.

Quando il cavallo impara a comunicare attraverso l’AEC si osserva immediatamente una significativa riduzione dello stress, perché rilasciare il respiro trattenuto può aiutare i cavalli a calmarsi e sentirsi più rilassati.

Tale tipo di comunicazione comporta un miglioramento dello stato emotivo visto che l’AEC può anche aiutare i cavalli a sentirsi meglio in generale, rendendoli meno reattivi allo stress nonché a creare un legame più forte tra cavalli e istruttori rafforzando il rapporto tra addestratore e cavallo.

Appare quindi scontato come l’AEC si traduca in una sicurezza per i clienti: I cavalli meno stressati e più emotivamente stabili sono generalmente più sicuri per lavorare con gli umani.

Ecco alcuni esempi di come l’AEC viene utilizzata in pratica:

Un addestratore di cavalli può utilizzare l’AEC per aiutare un cavallo a rilassarsi prima di una competizione.

Un terapeuta equestre può utilizzare l’AEC per aiutare un cavallo a gestire lo stress associato a un trauma.

Un insegnante di istruzione equestre assistita può utilizzare l’AEC per aiutare gli studenti a sviluppare la consapevolezza emotiva.

E come al solito, comunicare per capire è una buona regola per tutti!

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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