Il “terrore della firma”. Nella riforma della giustizia l’eliminazione del reato di abuso d’ufficio. Nordio: “Ridarà la serenità agli amministratori”

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio

“Aver raggiunto l’obiettivo dell’eliminazione del reato di abuso d’ufficio, secondo noi porterà un grandissimo beneficio nell’accelerazione delle pratiche amministrative, nel ridare serenità agli amministratori e anche nella deflazione di molti processi. 5000 processi all’anno che si risolvono nel nulla significa devolvere le risorse della giustizia magari verso indagini più produttive e più utili”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio ieri a Venezia, a margine della firma dell’accordo sottoscritto con il presidente Luca Zaia, ha voluto descrivere con queste parole alcuni benefici della riforma della giustizia attuata dal governo guidato dal presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni.

L’intervista al ministro Carlo Nordio – video di Simone Masetto

Ora toccherà al parlamento esaminare il provvedimento che per l’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) avrebbe inferto un duro colpo al “sistema giustizia”, considerando che in molte occasioni l’indagine partiva proprio dalla fattispecie dell’abuso d’ufficio per portare poi alla scoperta di reati più gravi come la corruzione.

Oltre alla cancellazione dell’abuso d’ufficio, il primo pacchetto di riforme voluto dal guardasigilli prevede anche delle modifiche al traffico di influenze illecite, una stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni a tutela dei terzi non coinvolti nelle indagini e sulla custodia cautelare, senza dimenticare i limiti alla possibilità per i pubblici ministeri di ricorrere in appello.

L’abuso d’ufficio, che si configurava quando il pubblico ufficiale agiva in modo arbitrario o discriminatorio, abusando dei suoi poteri o delle sue funzioni, al fine di ottenere un vantaggio personale o di arrecare un danno a un terzo o alla collettività, era il reato più temuto dai sindaci e dagli amministratori pubblici.

Nel tempo, inoltre, sono state poche le condanne mentre è lungo l’elenco degli assolti o prosciolti (sono state 4.745 le iscrizioni nel registro degli indagati e solo 18 le condanne in primo grado). Spesso questo reato bloccava l’attività di tanti primi cittadini che venivano indagati senza che poi si arrivasse ad una sentenza di condanna.

La “paura della firma” era uno degli aspetti che la riforma voleva contrastare per permettere a sindaci e amministratori pubblici di agire con più tranquillità senza il timore di dover spiegare in tribunale le ragioni del loro operato a favore della cittadinanza.

La riforma ha introdotto anche l’inappellabilità da parte del pubblico ministero delle sentenze di proscioglimento, stabilendo che l’organo di accusa non possa appellare le sentenze di proscioglimento per i reati oggetto di citazione diretta indicati all’articolo 550 del Codice di procedura penale (contravvenzioni, delitti puniti con la pena della reclusione non superiore nel massimo a quattro anni o con la multa, sola o congiunta alla pena detentiva e altri reati specificamente indicati).

Restano appellabili le decisioni di proscioglimento per i reati più gravi e le sentenze di condanna per i reati a citazione diretta nei casi in cui l’ordinamento italiano consente l’appello delle sentenze di condanna da parte del pubblico ministero.

È stato ampliato anche il divieto di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, che viene consentita solo se il contenuto è riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o è utilizzato nel corso del dibattimento.

“Parlando della magistratura – ha sottolineato il ministro Nordio -, in Veneto siamo sotto organico di circa il 30%, 40% in certi uffici. Questo è assolutamente intollerabile ma lo sarebbe anche se fosse del 10%. Tutto questo deriva dal fatto che vi è una difficoltà anche di scelta da parte dei vincitori dei concorsi del Veneto per la stessa ragione che riguarda gli amministrativi: una Regione tanto bella quanto difficile”.

“Basti pensare a Venezia – conclude -, la più bella città del mondo dove non è facile ed economico vivere. Per queste ragioni vi è magari più carenza di magistrati qui rispetto ad altre Regioni d’Italia. Qualora noi riuscissimo a colmare questi organici, accelerando i concorsi, velocizzando le procedure e assumendo, come stiamo facendo, oltre 250 magistrati, anche Venezia ne trarrà notevolissimo beneficio”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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