Quest’oasi di silenzio si chiama “Villaggio del Sole” e si trova a circa 1200 metri d’altitudine sul versante vicentino del Monte Grappa. Un’area residenziale localizzata ad almeno quindici chilometri da qualsiasi servizio, ma con un’ampia veduta su Bassano del Grappa e sulla Valle del Brenta, oltre a uno scorcio originale su Cima Grappa.
Per raggiungere questa località, salendo lungo la stretta SP148, bisogna tenere la sinistra all’incrocio di Camposolagna e accostare lungo via Colli Alti: qui una grande insegna di legno accoglie il visitatore curioso.
Nonostante il mappale posto lungo la stradina d’accesso riveli trentaquattro edifici (in realtà nel complesso sono oltre una settantina), oggi al Villaggio del Sole i residenti risultano essere soltanto quattro. Per la maggior parte dei proprietari quella che hanno lasciato lassù è una seconda casa, dove rifugiarsi nei fine settimana o durante l’estate, per scrollarsi di dosso la frenesia quotidiana.
I residenti del Villaggio del Sole
A due uomini che hanno scelto di rimanere anche in inverno chiediamo di raccontarci la storia di questo villaggio, che appare curioso proprio per quest’atmosfera nostalgica, che tende a ricordare le vacanze in montagna degli anni ’70-‘90. Una zona che, dal punto di vista architettonico, ricorda come un tempo si costruisse più facilmente e di come avere un’immobile con un’ampia superficie fosse un vantaggio, più che un costo.
I residenti raccontano che l’idea della creazione del Villaggio del Sole fu di un conte, o insomma di un nobile, che negli anni ‘70 acquistò un’ampia sezione di terreno nei pressi del Col del Gallo e investì nella costruzione di una serie di villette vacanza. A quell’epoca il Monte Grappa subì diverse operazioni edili relative alla nascita di aree residenziali come questa, con un progetto turistico che in quasi tutti i casi non ha raggiunto i risultati a cui ambiva.
Autogestione tra privati
Nonostante lo sbilanciato rapporto abitanti-abitazioni per tre quarti dell’anno, il Villaggio del Sole appare grazioso e ben custodito: trattandosi di uno spazio privato, la gestione del quartiere è paragonabile a quella di un condominio. “Se uno di noi volesse fare un muro in mezzo alla propria strada potrebbe farlo – ha raccontato uno dei residenti, – perché la strada passa sopra la proprietà e nessuno potrebbe impedircelo”.
Sono proprio le strade asfaltate a dividere il villaggio in tre parti: via Col del Gallo (che porta alla parte più alta), via Col Andrein (che conduce alle case più in basso) e via Col Calzeron (che attraversa la parte centrale del centro abitato). Le vie fanno da quartiere e ognuna di esse è indipendente nella propria organizzazione, anche se chiaramente esiste un dialogo costante tra i proprietari.
Una strada, un presidente
Ogni strada ha una sorta di amministratore, che i proprietari chiamano simpaticamente “presidente”. È la collettività che sceglie quando asfaltare la strada o come gestire l’illuminazione pubblica, così come in inverno sceglie o meno di commissionare la pulizia della strada a un operatore provvisto di uno spazzaneve: una sorta di autogestione, che i residenti dicono funzionare bene anche nel rapporto con i villeggianti. Nell’area si contano anche diverse panchine, icone in pietra e in legno; a quasi ogni incrocio c’è almeno un capitello.
Il valore immobiliare è in crescita
Le agenzie immobiliari di Solagna, il Comune all’interno del quale sorge il Villaggio del Sole, affermano che il valore degli immobili nell’area sta lentamente salendo: sarà per l’ottenimento del riconoscimento MAB Unesco alla biosfera, sarà per il cambiamento climatico che attanaglia le città o semplicemente per il fascino “ruvido” del Grappa.
Chiedendo ai residenti, c’è chi tra loro è venuto a vivere al villaggio dopo il pensionamento, per starsene in pace nella natura. “Certo che c’è chi d’estate o nel fine settimana viene a starsene quassù, al fresco – ci racconta, – ma mancano i giovani. Loro quassù non ci vengono più”.
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