“L’aurora boreale è arrivata per vedere il Veneto”: la satira di Crozza colpisce ancora

La satira di Maurizio Crozza colpisce ancora: nel suo programma “Fratelli di Crozza”, in onda ogni venerdì sera sul Nove, l’imitazione del presidente della Regione Veneto è divenuta ormai un appuntamento fisso.

Stavolta il Crozza-Zaia a cui ci siamo tanto abituati (anche se c’è chi ancora sostiene che ha una parlata più veneziana, che trevigiana) si è focalizzato su due aspetti emersi di recente: il nome scientifico di un fossile che richiama quello del governatore e l’avvistamento dell’aurora boreale sul Grappa.

Nel primo caso, è notizia emersa in conferenza stampa qualche giorno fa che il fossile di un pesce, risalente a 50 milioni d’anni fa e scoperto lo scorso anno (durante gli scavi in Val d’Alpone, in provincia di Verona), ha il nome scientifico Zaiaichthys Postalensis”: un fatto reso noto dal geologo Roberto Zorzin.

Nel secondo, invece, il riferimento è all’avvistamento dell’aurora boreale avvenuto la scorsa domenica sul Grappa: un fenomeno rarissimo che, per questo motivo, ha destato meraviglia.

“Abbiamo trovato un altro pesse, un pesse coi brassoi (un pesce con i braccioli, ndr) – ha detto Crozza-Zaia, mostrando un improbabile fossile – Un pesce con la congestione e lo scopritore è il dottor Scavòn”.

L’aurora boreale è arrivata per vedere il Veneto, di solito la andiamo a vedere all’equatore”, ha proseguito, chiedendosi perché non possa essere chiamata “Zaia boreale”.

Successivamente, “un’assistente” di Crozza-Zaia ha riferito che sarebbe stato dato il suo nome a un vitigno e a due razze di cane, ovvero “Lozaiabul” e “Lozaiador”.

Il “governatore” ha invece annunciato che la città di Venezia non si chiamerà più così, ma “Venezaia”, mostrando poi una cartolina con scritto “Saluti da Venezaia”.

(Foto: Fermo immagine Nove).
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