Lupo da particolarmente protetto a protetto, cosa cambia?

Un esemplare di lupo europeo

Negli ultimi mesi si sono intensificate le richieste alla UE per modificare il regime di protezione del Lupo.

Se si auspica che la revoca del regime di protezione rigorosa si traduca in piani di abbattimento dei lupi senza una gestione conservativa della specie, si sta ipotizzando una situazione poco realistica. È per questo motivo che credo che, nel nostro Paese, se avverrà, tale cambiamento normativo non comporterà sostanziali modifiche.

Alcuni stati europei hanno già adottato politiche che includono l’abbattimento dei lupi nello status di “specie particolarmente protetta”. Attualmente, il regime normativo vigente per le specie particolarmente protette prevede già deroghe alla protezione e la possibilità di abbattere i lupi. Tuttavia, queste deroghe sono concesse solo sulla base di dati scientifici che dimostrino in modo inequivocabile la necessità di tale intervento. In altre parole, non è sufficiente esprimere semplici preferenze o timori nei confronti dei lupi; occorre dimostrare che le misure di prevenzione e mitigazione dell’impatto del lupo sugli allevamenti sono inefficaci o impraticabili.

Perché quindi il nostro Paese non ha ancora utilizzato queste deroghe? Le difficoltà culturali nel promuovere un dialogo scientifico e tecnico sulla gestione delle specie selvatiche hanno sempre impedito una mediazione tra i diversi interessi legati alla specie, tra coloro che sostengono l’abbattimento e chi si oppone. Questo ha influito sulle scelte politiche, creando una dicotomia tra sostenitori e oppositori dell’abbattimento senza una vera considerazione della complessità della gestione della specie come il lupo. 

Qualsiasi tentativo politico di autorizzare l’abbattimento dei lupi senza una solida base scientifica sarebbe inevitabilmente contestato e affrontato in sede giudiziaria, sia nel caso che la specie mantenga lo status di protezione rigorosa, sia il suo declassamento a specie protetta. Conosciamo tutti l’impatto culturale che i grandi carnivori (e la gestione faunistica in generale) ha nel nostro paese, un grottesco scontro di carte bollate.

Quindi, se si procedesse con piani di abbattimento risultato di atti puramente amministrativi sarà probabile che il dibattito continuerà a svolgersi principalmente nei tribunali. 

Come tutta la cronaca faunistica dimostra da tempo.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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