Immaginate la biosfera del Grappa come un’isola in tre dimensioni: nella storia, la presenza della fauna e della flora locali è stata influenzata da condizioni climatiche differenti e questo ha reso il suo territorio un mosaico di paesaggi, di microclimi, di habitat naturali. Probabilmente ciò che rappresenta l’arco Pedemontano oggi dipende da trasformazioni millenarie: un altalenarsi di valli glaciali e fiumi impetuosi che dividono e desertificazioni, distese e foreste che uniscono. Così, forse, è nata quella diversità che oggi si è meritata il riconoscimento dell’umanità.
Non in molti sanno cosa significhi effettivamente il termine “curculionide”, eppure esso descrive la famiglia entomologica più estesa del regno animale e quindi anche questa diversità. Esistono ottantamila specie di curculionidi e alcuni di essi (molti) vivono anche sul Monte Grappa: il grande lavoro presentato alla Fornace di Asolo ieri sera riguardava proprio la pubblicazione di un volume “Weevils of Monte Grappa”, da parte della World Biodiversity Association, che ha documentato la presenza di molte specie, alcune sono endemiche del Veneto altre hanno una storia legata al passato, alla flora del Grappa.
Cinquemila i dati raccolti, con un impegno di ricerca particolarmente importante proprio per via della vastità dell’area MAB Unesco. Un libro che ha visto il suo completamento grazie a una grande dedizione degli autori, che si percepisce chiaramente nella precisione, quasi nell’ostinazione, dei capitoli.
“In parole povere ciò che è emerso dalla nostra analisi è che sul Monte Grappa c’è di tutto e di più. Il suo posizionamento ha fatto sì che i fenomeni di ricolonizzazione abbiano fortemente influenzato la biodiversità attuale” ha affermato il dottor Enrico Ruzzier, intervenuto assieme ai colleghi Gianfranco Caoduro, amministratore unico di WBA, il presidente Paolo Fontana, Cesare Bellò, Marialuisa Dal Cortivo, Carlo Giusto e Guido Pedroni, con le fotografie di Piero Berton e Francesco Sacco (con una tecnica particolare di sovrapposizione delle immagini) e l’impaginazione di Margherita Atorino. Il volume è dedicato a Giuseppe Osella, compianto “Magister” di WBA, mentore nello studio e nella ricerca dei Curculionidi.
Dividendosi le famiglie di curculionidi, gli entomologi si sono avventurati sul Monte Grappa per documentarne la presenza, scoprendo sei specie presumibilmente non note alla scienza: quattro di queste potrebbero essere autoctone del Monte Grappa (fino a prova contraria), mentre altre due potrebbero essere diffuse anche altrove.
Gli scolitidi, per esempio, sono dei piccoli curculionidi dalla forma cilindrica: questi coleotteri sono indispensabili, anche se il loro secondo nome è il ben più conosciuto “bostrico”. Ma in questa pubblicazione si capisce che non è questo piccolo insetto in sé il problema, ma è il disequilibrio che lo fa proliferare, che in qualche modo è ricollegabile all’uomo. Le tipologie di Apionidae sul Grappa sono sessantadue (di poco più di duecento in Italia), mentre delle Leiosomae, una classificazione d’alta quota, sono state trovate sei specie: due di loro sarebbero sconosciute.
“Prima della Seconda Guerra Mondiale non si sapeva nulla di questi insetti – hanno spiegato gli esperti – Oggi i curculionidi danno la possibilità di spiegare la ripresa del Monte Grappa: come sul Massiccio sia tornata la vita. In particolare, la fascia dei Colli Asolani si è rivelata sorprendente”.
“Questo volume è una pietra importante per iniziare a costruire la riserva della biosfera – ha commentato la presidente dell’Ipa Terre di Asolo e del Monte Grappa Annalisa Rampin, davanti a una platea di rappresentanti comunali, appassionati e custodi della biosfera in altri settori – Ci permetterà di interagire con questa ricchezza in termini di biodiversità. Grazie a WBA per essere stati al nostro fianco in questa ricerca”.
“La natura non è una fotografia, è un film. Dobbiamo accompagnarla, non censurarla” è stato detto durante la presentazione. Una frase di cui la Biosfera MAB Unesco del Monte Grappa si è presa nota e che utilizzerà come motto in futuro.
(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata – Piero Berton).
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