La Giornata internazionale del caffè che si celebra oggi, 1° ottobre, è una ricorrenza abbastanza recente. Ad istituirla nel 2015 in occasione dell’Expo di Milano è stata la stessa ICO, l’Organizzazione Internazionale del Caffè, nata a Londra nel 1963 sotto l’egida delle Nazioni Unite per promuovere la cooperazione internazionale dei produttori.
Espresso, con la moka, macchiato, shakerato, filtrato all’americana: il caffè si lascia gustare in tanti modi in base alle preferenze e al momento della giornata. Non importa come o quando, quel che è certo è che gli italiani ne hanno fatto uno degli elementi identitari della propria cultura, un vero e proprio stile di vita. È incredibile quante storie e tradizioni siano condensate in un’unica tazzina di caffè.
Stando agli esperti questa bevanda nasce come infuso nello Yemen verso la fine del XIV secolo. La moka, infatti, prende il nome proprio dall’omonima città yemenita che affaccia sul Mar Rosso dove nel Medioevo si sviluppò un fiorente commercio di caffè. Non tutti sanno che la diffusione di questa bevanda originaria del Medio Oriente deve molto ad un veneto. Nel 1592 il medico e botanico di Marostica Prospero Alpini nella sua opera “De plantis Aegypti” fu il primo ad offrire una descrizione completa della pianta del caffè sotto il profilo scientifico. Di stanza in Egitto come medico personale del console al Cairo della Repubblica di Venezia, Alpini dedicò anni allo studio della pianta il cui “nettare” di lì a poco, sotto la spinta dei Veneziani, divenne sempre più popolare nel Vecchio Continente.
La Giornata internazionale del caffè è un’occasione non solo per ripercorrere alcune tappe affascinanti della storia di questa bevanda. Il 1° ottobre ci invita anche a guardare al presente e al futuro del caffè che in Italia è protagonista di un mercato fiorente, un mosaico composto da grandi brand (pensiamo solo a Illy Caffè) e da piccole e medie torrefazioni che hanno una lunga tradizione anche in Veneto.
Il comune denominatore di queste realtà risiede nella parola “eccellenza” che, definizione di Riccardo Illy, significa “tendere alla perfezione”. All’eccellenza Riccardo Illy ha dedicato una vita intera, prima nell’azienda di famiglia fondata dal nonno Francesco nel ’33, e poi come presidente del Polo del Gusto.
L’eccellenza, tuttavia, non basta a farsi strada in un settore che, per quanto non sia il solo, ha dovuto fare i conti con le conseguenze della pandemia e con un cambio delle abitudini dei consumatori.
Come spiegato da Paola Goppion, titolare della storica torrefazione di Preganziol, i dati sul consumo del caffè al bar non sono ancora tornati ai livelli del 2019. L’uso domestico ha subito un’impennata con il conseguente aumento delle vendite nei supermercati, a scapito del settore Horeca, che è andato di pari passo all’aumento della sensibilità del consumatore, sempre più attento alla qualità e alla sostenibilità del prodotto. “Il caffè è diventato una bevanda più ‘giovane’, che vede l’affermarsi di nuova cultura, una voglia di viaggiare e di andare in origine”, sottolinea Paola Goppion.
Questo affermarsi di una nuova cultura del caffè ha aperto le strade a nuovi imprenditori che hanno colto la sensibilità del consumatore a caccia di prodotti ricercati e soprattutto green. Ecco che in questo frangente la storia di Federico Girotto calza a pennello.
Visto l’aumento del consumo di caffè a livello domestico dove alla moka si affiancano sempre più l’uso di macchinette con le cialde, il ventottenne trevigiano con una formazione da graphic designer ha trovato una soluzione per riciclare le capsule (si stima che il rifiuto annuo prodotto dalle capsule ammonti a 576 milioni di kg). Il giovane imprenditore trevigiano ha messo a punto uno strumento adatto all’uso domestico che consente di separare l’alluminio dai fondi di caffè avviando le due componenti al riciclo o al riutilizzo.
Storia, cultura, impresa e innovazione: parlare di caffè vuol dire spaziare fra diversi ambiti, fra salti geografici e temporali. Rimanendo in Veneto, in particolare a Conegliano, il Museo del Caffè Dersut nella città del Cima è una tappa obbligata per chi desidera approfondire una delle tante “storie nella storia” del caffè dalla piantagione alla tazzina.
(Foto: Qdpnews.it)
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