Safilo di Longarone, sindacati in allerta. Donazzan: “Regione a disposizione per supportare una soluzione industriale a garanzia dei posti di lavoro”

Ieri giovedì, nella sede di Veneto Lavoro, si è tenuto alla presenza dell’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan l’incontro fra le organizzazioni sindacali e l’Amministratore delegato di Safilo Group Spa Angelo Trocchia, con all’ordine del giorno l’aggiornamento della situazione aziendale di Safilo, che sta generando preoccupazione per il futuro di centinaia di lavoratori, e di conseguenza delle loro famiglie, del territorio.

“L’azienda – affermano in una nota Michele Corso, Stefano Zanon e Giampietro Gregnanin, rispettivamente di Filctem Veneto, Femca Veneto e Uiltec Veneto – ha comunicato prima alla stampa che ai lavoratori di considerare lo stabilimento Safilo di Longarone e i suoi 472 lavoratori non più strategici, dopo che aveva condiviso con tutti gli attori politico – economici e sociali che quel sito avrebbe dovuto diventare il “gioiellino della produzione in metallo”. L’incontro ha aperto uno squarcio sia nelle relazioni industriali che nei contenuti. L’azienda ha dimostrato un atteggiamento di mancanza di rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e del territorio poiché nei precedenti incontri proprio l’azienda aveva sempre rassicurato il sindacato sostenendo la tenuta o lo sviluppo di tutti i siti produttivi veneti. Oggi avremmo dovuto discutere del futuro industriale degli stabilimenti della Safilo in Veneto, della difesa dell’occupazione e della salvaguardia delle professionalità, delle competenze delle maestranze. Invece ci troviamo di fronte anche al mancato rispetto degli impegni sottoscritti nel 2019 al Mise che stabilivano la gestione degli esuberi nei tre stabilimenti senza prevedere il disimpegno di Safilo Group Spa in nessuno dei tre stabilimenti in Veneto. Safilo, con questa decisione, va nella direzione di ritirarsi da Longarone e dal Paese poiché è prevedibile che nel tempo questa scelta possa far perdere strategicità anche allo stabilimento di Padova e a quello di Santa Maria di Sala che già lavora per conto terzi per la Kering Eyewear Spa”.

“Come Femca, Filctem e Uiltec – proseguono i sindacati – abbiamo ribadito che le scelte aziendali non possono ancora una volta ricadere esclusivamente sulle lavoratrici, sui lavoratori e sulla comunità salvaguardando soltanto le logiche del profitto aziendale legato alla quotazione in Borsa. Le organizzazioni sindacali sono disponibili a ripristinare una linea di confronto concreta e propositiva volta ad avviare fin da subito un percorso che coinvolga le istituzioni venete, l’imprenditoria dell’occhialeria, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e la comunità bellunese per affrontare questa grave situazione. Sin da subito attiveremo tutte le forme di mobilitazioni democratiche a sostegno dei lavoratori e per la difesa del patrimonio storico ed economico dell’occhialeria rappresentato dal sito di Longarone”.

L’assessore Donazzan, che sta seguendo la vicenda Safilo insieme all’Unità di crisi aziendali della Regione del Veneto, ha comunicato che “in considerazione della comunicazione aziendale di Safilo di avvio di una fase finalizzata a esplorare soluzioni alternative per lo stabilimento di Longarone, la Regione del Veneto garantisce in primis ai lavoratori, alle organizzazioni sindacali, all’azienda e all’intero territorio di riferimento il massimo impegno al fine di individuare una risposta industriale al tema posto dall’azienda Safilo. Il nostro impegno sarà orientato a tutelare e valorizzare le produzioni e i posti di lavoro, anche in stretto raccordo con i Ministeri competenti, che sono quelli del lavoro e delle imprese e del made in Italy”.

Sulla possibile chiusura dello stabilimento produttivo Safilo è intervenuto anche il presidente della Provincia di Belluno, e sindaco di Longarone, Roberto Padrin: «La grande professionalità dei lavoratori e delle maestranze bellunesi è da sempre uno dei punti di forza del nostro territorio. Dovrà essere questo lo strumento da poter utilizzare anche in questa nuova crisi che rischia di sconvolgere il manifatturiero. Sarebbe un problema non solo per Longarone ma per l’intero territorio provinciale e dobbiamo lavorare per evitarlo, in questo momento, ognuno nell’àmbito delle proprie competenze. Auspico la più alta unità d’intenti tra categorie, sindacati, territorio e Regione Veneto: come abbiamo già visto in occasione di altre crisi che hanno interessato stabilimenti bellunesi, è questo lo strumento per provare a invertire decisioni calate dall’alto. Con l’assessora regionale Donazzan mi sono già confrontato più volte, trovando sempre grande disponibilità al dialogo e altissima professionalità nella struttura da lei creata in Regione. In questo momento dobbiamo puntare all’efficacia massima delle azioni da mettere in campo, dividendo subito il campo in due obiettivi a corto raggio. Il primo deve essere quello di tentare il possibile per salvare lo stabilimento di Longarone, facendo leva sulle competenze dei lavoratori che qui lavorano e anche sui risultati di crescita dell’azienda. Dobbiamo sfruttare anche il minimo spiraglio, coinvolgendo il Ministero delle imprese e del Made in Italy, visto che stiamo parlando di un prodotto – l’occhiale – emblema del nostro Paese, ambasciatore della moda e dello stile italiano; in questo senso credo che il territorio si farebbe trovare come un fronte compatto, lavoratori e sindacati in testa per difendere lo stabilimento. Il secondo obiettivo, in subordine ovviamente, e da tentare qualora non ci fossero margini per il primo, è quello di lavorare per il ricollocamento degli esuberi e salvare i posti di lavoro. Ma andiamo per step e concentriamoci sulla salvaguardia della fabbrica».

“Come presidente della IX Commissione del Senato, ma soprattutto come sindaco di Calalzo di Cadore, paese di fondazione di Safilo, non posso che garantire il massimo sostegno a ogni possibile iniziativa che garantisca la tenuta occupazionale e produttiva dello stabilimento di Longarone. La tutela del lavoro è la priorità assoluta, così come la difesa di Safilo e della sua storia, che già una volta ha visto la chiusura dello stabilimento proprio di Calalzo. Ho la massima fiducia nell’assessore Elena Donazzan, a cui viene riconosciuta sensibilità e credibilità anche dalle parti sindacali, e nel tavolo di crisi che ha prontamente convocato; nel frattempo, ho personalmente già sentito il Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, tra l’altro anche lui proveniente da una città dove è presente una sede Safilo come Padova, e con l’amministratore delegato di Safilo Angelo Trocchia. Auspico quindi che quanto prima venga fatta chiarezza sul quadro della situazione, così da poter mettere in campo tutte le azioni possibili per tutelare al tempo stesso l’occupazione e uno dei marchi di eccellenza dell’occhialeria Made in Italy che vede proprio nel Bellunese il suo distretto di riferimento”: così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare al Senato, sulla situazione dello stabilimento di Longarone di Safilo.

(Foto: Google Maps).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati