“Mi piaceva di più la Lega Nord” parola del presidente del Veneto Luca Zaia che poi rincara la dose “anzi era più bello Liga Veneta“.
La sala convegni del Bhr di Quinto di Treviso (500 posti a sedere) è al completo – e molti sono rimasti in piedi – per l’assemblea plenaria dei soci trevigiani. Dopo qualche istante di silenzio – quasi increduli per le parole del governatore – tutti esultano come fosse stato segnato un goal alla finaledei mondiali di calcio.
“Gli applausi saranno durati per cinque minuti – giurano i presenti – non riusciva più a continuare il suo discorso”. Ma riavvolgiamo il nastro di qualche minuto: il governatore prende la parola dopo il segretario regionale Alberto Stefani e parla di identità, di radici e di quella “mission” del partito che fino a qualche anno fa continuava a ribadire “prima il nord“.
Ed è proprio guardando quel simbolo (dove oggi campeggia Salvini Premier) che Luca Zaia lascia da parte la moderazione che lo ha contraddistinto in questi anni alla guida della regione e torna ad essere un militante, pronunciando quell’attacco – non proprio velato – al suo leader. Anche se a onor di cronaca il nome del segretario non è mai stato pronunciato.
All’indomani del blocco del terzo mandato i leghisti trevigiani si compattano attorno al loro governatore. Dal palco del Bhr prendono la parola (tra gli altri) Dimitri Coin, Gianantonio Da Re, Gianpaolo Gobbo e il capogruppo in consiglio Regionale Alberto Villanova.
“Manca ancora tanto alle elezioni regionali – afferma Villanova – ma qualcuno (Fratelli d’Italiandr) ha già detto che la guida del Veneto spetterà a loro. Noi tutti vogliamo che il prossimo candidato presidente sia ancora Zaia (altro applauso) la votazione che c’è stata in commissione al senato non è un messaggio politico ma un’offesa agli elettori“.
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