Bellabot, il robot che consegna e sparecchia ai tavoli alla sagra di Villa d’Asolo: il futuro avrà camerieri automatizzati?

La tecnofobia è la paura del progresso tecnologico e dei robot: già ne parlava Isaac Asimov negli anni Quaranta e il tema ha ispirato un intero genere cinematografico. Oggi, ottant’anni dopo, “Bellabot” serve i vassoi alla sagra di Villa d’Asolo, scansionando il perimetro per comprendere quale sia il percorso più breve per portarli al tavolo e per evitare di far raffreddare i piatti caldi.

Un fenomeno che ci proietta in un futuro dove la tecnologia sarà ancora più presente e contribuirà a coprire magari quei servizi che l’uomo non vorrà più fare, consentendo alle persone di dedicarsi ad altro.

È proprio una visione di automazione positiva quella che propone la Infol Srl con sedi ad Asolo e a Montecchio Precalcino (VI), azienda che configura e propone al mercato il robot in questione oltre a proporre altri servizi legati al mondo digitale e dell’industria 4.0.

L’azienda è nata tra il ’96 e il ’97 sull’onda dell’evoluzione 4.0 delle aziende, creando reti di networking e sostituendo il classico cavo coassiale, diffuso in precedenza: tra i soci della dirigenza c’è Loris Pastro, volontario della sagra, che ha pensato bene di portare Bellabot a dare una mano (nella foto con Giordano Vendrasco).

Bellabot è un robot 4.0 ready e funziona con un’applicazione sullo smartphone – ci spiega. – Il prodotto originale è di un’azienda che si chiama Pudu, distribuito in Italia da Convergenze Srl. Noi ci occupiamo della messa in opera e della manutenzione”.

Anche se i robot sono già entrati nella nostra quotidianità (si considerino, per esempio, quelli che tagliano l’erba in giardino) questa tipologia di automazione evoluta non necessita di cavi e ha un sistema di intelligenza artificiale: Bellabot è capace, per esempio, di crearsi da sola una mappa del perimetro (in questo caso del capannone e dei tavoli) attraverso dei sensori e di calcolare il percorso più breve per raggiungere il tavolo giusto, indicatogli attraverso una serie di direttrici. In questo modo, come spiega Loris, Bellabot ottimizza il proprio funzionamento risparmiando batteria.

“Come vedi, tra i volontari di Villa d’Asolo in Festa ci sono età diverse, ragazzini e persone più anziane, non tutte abituate a spostare pesi: Bellabot può portare dieci chili per ognuno dei quattro vassoi e quindi può dare una grande mano a sparecchiare a festa finita, per esempio, anche quando i coperti sono moltissimi. Quando non ha niente da fare va in stand by, in un’ottica di sostenibilità assoluta. In altri contesti può essere utilizzato per accompagnare le persone non vedenti o con disabilità, può fare da guida in una fiera, in alcuni hotel fa già il servizio in camera oppure opera la disinfezione”.

Il valore di un robot come questo si attesta, una volta configurato, dai quindicimila euro in su e c’è la possibilità di noleggiarlo. Non si tratta quindi di un investimento irraggiungibile, specie per un’azienda che poi lo utilizza per ottimizzare i processi.

Alla domanda se effettivamente un robot così possa sostituire o meno un professionista e quindi minare la disponibilità di posti di lavoro per – diciamo così – gli umani, la risposta di Pastro è no: “Diciamo che noi li vediamo come un aiuto alla persona e basta. Nel caso della sagra è un ragazzino a comandare Bellabot, che carica i vassoi e serve quattro tavoli senza sforzo. Un robot come questo consente di risparmiare tempo e permettere, in situazioni come queste, di dare un aiuto alle persone, che possono così concentrarsi su altre operazioni più complesse”. Sempre sul tema del lavoro, tra i datori di lavoro c’è chi ha reputato i robot e l’automazione in generale come una speranza di salvezza, considerando l’assenza di nuove leve nei settori manuali. Verrà presto l’era dei camerieri e degli operai automatizzati?

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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